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Redazione ufficio stampa

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TIM: il Consiglio di Amministrazione approva la relazione finanziaria al 30 settembre 2020

Dal 2019 il Gruppo TIM applica il principio contabile IFRS 16 (Leasing). Risultati organici:

Utile netto sale a 1,2 miliardi di euro (+38% YoY)

Indebitamento Finanziario Netto migliora nei nove mesi di 2,2 miliardi di euro

1,7 miliardi di equity free cash flow generati in 9 mesi (1 miliardo after lease)

Prosegue il percorso per la partenza operativa di FiberCop nel primo trimestre 2021

Indicatori commerciali in miglioramento, confermando l’efficacia e la sostenibilita’ della strategia messa in campo che portera’ alla stabilizzazione di revenue ed EBITDA

TIM Brasil torna a crescere nel trimestre e avanza nell’acquisizione di Oi

Sviluppo 5G, Cloud e IoT in rapido progresso come da piano

Guidance confermata

10/11/2020

  • Indebitamento Finanziario Netto After Lease: 20,7 miliardi di euro, 19,1 miliardi di euro considerando l’operazione Ardian finalizzata nel quarto trimestre
  • Equity free cash flow: 1,7 miliardi di euro nei nove mesi; terzo trimestre in crescita rispetto al secondo (688 milioni di euro, +11,7% YoY)
  • Ricavi: 11,7 miliardi di euro. Nel terzo trimestre il trend dei ricavi (-5% YoY organico) migliora di 5 punti percentuali rispetto al secondo trimestre nonostante il perdurare dell’emergenza Covid-19
  • Costi: continua il trend di marcata riduzione, in particolare sul fronte domestico (-9,1% YoY)
  • EBITDA organico: 5,3 miliardi di euro nei nove mesi, -7,3% YoY. Stabile nel Q3 rispetto al trimestre precedente in Italia e in crescita in Brasile (+3,2% YoY)
  • Capex: razionalizzazione della spesa (-5,0% YoY), focalizzata sulla diffusione dell’UBB, sull’apertura di nuovi cabinet nelle aree bianche e sullo sviluppo della rete mobile in Brasile
  • Completata a ottobre l’acquisizione, da parte del consorzio guidato da Ardian, di una quota di minoranza nella holding che detiene la partecipazione di TIM in INWIT. L’operazione avrà un controvalore complessivo nel quarto trimestre di 1,6 miliardi di euro
  • Creata la NewCo dedicata ai Data Center: avvio dell’operatività nel primo trimestre 2021. Fatturato pro-forma 2020 atteso nell’ordine di 0,5 miliardi di euro
  • TIM Brasil torna a crescere nel trimestre con ricavi da servizi a +1,3% ed EBITDA-Capex a +8,5% YoY; partecipa come “stalking horse”, insieme a VIVO e Claro, all’asta prevista entro metà dicembre per l’acquisizione delle attività mobili del gruppo brasiliano Oi

Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi oggi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato la relazione finanziaria del Gruppo TIM al 30 settembre 2020.

Nel terzo trimestre ha accelerato ulteriormente la generazione di cassa, interamente ascrivibile alla gestione ordinaria. Prosegue infatti la razionalizzazione del portafoglio prodotti e la politica di maggior disciplina nella gestione commerciale che, pur comportando una flessione dei ricavi nel breve termine, produce un incremento nella generazione di cassa e nella soddisfazione dei clienti. Nel corso dei nove mesi il Customer Satisfaction Index è infatti migliorato del 4% nel mobile, del 2% nel fisso e del 6% per i clienti Top.

La riduzione dell’indebitamento finanziario netto continua anche nel terzo trimestre, grazie alla progressiva stabilizzazione degli indicatori commerciali e finanziari del Gruppo.

Si rafforza l’impegno di TIM nella realizzazione di un insieme di interventi con impatti positivi sugli obiettivi ESG indicati nel piano industriale. Ne è un esempio l’indice di soddisfazione dei dipendenti, con un engagement migliorato di 16 punti percentuali rispetto all’anno scorso.

Pur continuando lo stato di emergenza sanitaria, TIM ha assicurato la piena continuità nell’erogazione dei servizi, la tutela della salute dei propri dipendenti e investito nell’incremento di capacità e copertura delle reti nazionali, con particolare attenzione alle aree finora non raggiunte da collegamenti in banda ultralarga. La copertura in fibra delle aree bianche ha raggiunto ad ottobre circa il 70% delle famiglie con linea fissa e si prevede raggiunga il 75% entro fine anno con l’obiettivo di colmare il “digital divide” entro il 2021, a cominciare dalla Puglia, la prima regione dove TIM chiuderà il divario digitale entro fine 2020.

L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre si è ridotto di 2.199 milioni di euro da fine 2019 e di 3.354 milioni di euro rispetto a fine 2018, attestandosi a 25.469 milioni di euro (ovvero 20.741 milioni di euro su base after lease). L’equity free cash flow ha contribuito per 1.666 milioni di euro.

Ulteriori progressi significativi sono stati registrati nell’implementazione delle iniziative strategiche:          

  • Rete in fibra: Prosegue il percorso per l’avvio dell’operatività di FiberCop, prevista per il primo trimestre 2021 una volta ottenute le autorizzazioni richieste. Al contempo prosegue il lavoro   per la creazione di una Rete Unica (AccessCo), attraverso un costante dialogo con il Governo e Cassa Depositi e Prestiti.
  • Valorizzazione delle torri mobili: incassato ad ottobre il corrispettivo per la cessione ad Ardian Infrastructure di una quota di minoranza nella holding che detiene la partecipazione di co-controllo di TIM in INWIT. L’operazione avrà un controvalore complessivo nel quarto trimestre di 1,6 miliardi di euro.
  • Data Center e partnership per i servizi Cloud: il Consiglio di Amministrazione ha approvato la creazione della Newco dedicata alla gestione dei Data Center di Gruppo, che sarà operativa a partire dal primo trimestre 2021 a valle dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni. Il fatturato pro-forma 2020 è atteso nell’ordine di circa 500 milioni di euro, con una crescita prevista di oltre il 20% all’anno. Grazie alla partnership con Google Cloud nei primi nove mesi dell’anno sono stati acquisiti importanti clienti per l’offerta di servizi congiunti alle imprese.
  • In Brasile TIM S.A., insieme a Vivo e Claro, ha presentato un’offerta vincolante di 16,5 miliardi di Reais (2,7 miliardi di euro) per le attività mobili del Gruppo Oi. Il consorzio è stato ammesso con la qualifica di “stalking horse” (diritto di rilancio in caso di offerte più elevate eventualmente presentate da concorrenti) all’asta prevista entro metà dicembre 2020.

 

Andamento del terzo trimestre 2020

Nel terzo trimestre 2020 gli indicatori commerciali sono risultati in miglioramento, confermando l’efficacia e la sostenibilità della strategia commerciale messa in campo che porterà alla stabilizzazione di revenue ed Ebitda.

In Italia, migliorano le prestazioni del mobile in termini di “number portability”, con un flusso verso altri operatori (43 mila linee) che si riduce al minimo degli ultimi due anni.

Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,2 milioni a fine settembre, in leggera flessione per l’impatto del lockdown sulle linee “Machine to Machine”, a sua volta legato all’andamento di altri settori industriali e in particolare quello automotive. Sostanzialmente stabili invece le cosiddette linee “human calling”, ovvero i clienti attivi che utilizzano regolarmente il servizio.

Nel fisso la migrazione della base clienti verso la banda ultralarga è stata favorita anche dalla maggiore disponibilità di linee nelle aree bianche, nelle quali TIM ha aperto 10 mila nuovi cabinet allargando l’accesso alla fibra in modalità FTTx al 65% delle aree bianche del Paese con l’obiettivo di raggiungere complessivamente il 90% delle famiglie italiane con linea fissa entro fine anno.

Cresciute del 72% YoY le nuove attivazioni in fibra di TIM. In totale sono state attivate 320 mila nuove linee UBB retail e wholesale, nonostante la bassa stagionalità. Il numero complessivo di linee ultrabroadband è pertanto salito a 8,2 milioni di unità con un incremento del 23% YoY.

Nel terzo trimestre 2020 i ricavi di Gruppo si sono attestati a 3,9 miliardi di euro (-5% YoY organico) con un trend in miglioramento (+5 punti percentuali) rispetto al trimestre precedente. I ricavi da servizi di Gruppo sono stati pari a 3,5 miliardi di euro, con un trend rispetto all’anno precedente (-6,4%) anch’esso in miglioramento sul secondo trimestre (-8,2%).

Nel segmento Business accelera ulteriormente la crescita dei ricavi (+18% YoY) legati ai servizi innovativi (ICT, Cloud, soluzioni IT), anche grazie al contributo positivo della partnership con Google Cloud e al buon esito di importanti trattative con grandi clienti.

Nel Wholesale Domestico i ricavi da servizi sono aumentati dell’1,7%, beneficiando della continua migrazione dei clienti verso l’ultrabroadband.              

In Brasile i ricavi da servizi sono tornati a crescere (+1,3% YoY), grazie alle buone performance commerciali in particolare nel segmento del prepagato mobile e del fisso. Le efficienze realizzate, in particolare il contenimento delle perdite su crediti, hanno contribuito a una crescita dell’EBITDA organico dell’1,0% YoY.

L’EBITDA organico di Gruppo è stato di 1,8 miliardi di euro (-7,9% YoY) e quello della Business Unit Domestic 1,4 miliardi di euro (-9,7% YoY), entrambi stabili rispetto al trimestre precedente. Tale andamento, da una parte, ha risentito degli impatti del Covid-19 e della diversa distribuzione delle giornate del contratto di espansione che sono state tutte anticipate e fruite nel secondo trimestre 2020. Dall’altra parte, ha beneficiato del contenimento dei costi, con una riduzione del 11% YoY dell’addressable cost base. Al netto di queste discontinuità anche per l’EBITDA l’andamento del terzo trimestre sarebbe stato migliore di quello del secondo trimestre.

L’EBITDA After Lease è stato di 1,6 miliardi di euro (-8,2% YoY): 1,3 miliardi di euro a livello domestico (-9,7% YoY) e 0,3 miliardi di euro per TIM Brasil (+0,5% YoY).

A livello di Gruppo gli investimenti del secondo trimestre si sono attestati a 752 milioni di euro, in linea con gli obiettivi dell’anno, nonostante l’accelerazione impressa al piano di copertura delle aree bianche.

Il risultato netto reported attribuibile ai soci della controllante si è attestato a 500 milioni di euro nel terzo trimestre e a 1.178 milioni di euro nei nove mesi (+38% YoY).

 

Le iniziative di TIM per fronteggiare l’emergenza Covid-19

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Covid -19 ha rivelato quanto la connettività e le soluzioni digitali siano fondamentali nelle situazioni di emergenza per far fronte al distanziamento sociale generalizzato, all’interruzione delle prestazioni di servizi in presenza, al blocco della mobilità, all’interruzione dei servizi scolastici e didattici. Costretti alla separazione fisica, gli italiani hanno scoperto nella connettività digitale la chiave per trasformare il modo di lavorare, limitando al minimo gli spostamenti e garantendo il rispetto delle più stringenti norme di sicurezza.

 

Consapevole del suo ruolo di primo piano nella digitalizzazione del Paese, TIM ha approntato una serie di iniziative per supportare cittadini, aziende e istituzioni durante il lockdown e nelle fasi di progressiva riapertura, mettendo in campo un piano ad ampio raggio con attività per le persone, le istituzioni, i clienti ed i propri dipendenti.

 

Tra le iniziative principali:

•  per accelerare la digitalizzazione del Paese sono stati attivati in 2.700 comuni italiani oltre 10.000 cabinet che hanno permesso ad oltre 5 milioni cittadini di accedere alla connettività ultrabroadband. Inoltre, grazie ad una serie di interventi tecnici, che su alcune direttrici hanno portato ad un incremento di banda fino al 37%, è stato possibile far fronte al forte incremento di traffico che in fase di lockdown è arrivato a registrare un incremento massimo del 90% sulla rete fissa e del 45% su quella mobile, mantenendo inalterata la qualità del servizio;

•  Fondazione TIM ha donato 1 milione di euro a istituzioni ospedaliere e di ricerca in campo medico, facendosi anche promotrice di una raccolta fondi tra i dipendenti TIM;

•  sono stati distribuiti oltre 3.000 apparati e SIM card a favore degli Ospedali maggiormente impegnati nell’emergenza e degli Istituti Penitenziari per agevolare il contatto con i familiari; in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi oltre 1.000 device sono stati destinati alle persone non udenti e dotati di app per facilitare l’uso della LIS (Lingua dei segni) e per la traduzione in tempo reale dei messaggi da parlato a scritto e viceversa;

•  con la partecipazione alla campagna “Torino City Love” TIM ha reso disponibili gratuitamente ai cittadini soluzioni digitali innovative a supporto della sanità, delle famiglie e degli anziani;

•  per contrastare gli effetti negativi del lockdown sulle persone sono stati approntati numeri verdi di supporto psicologico per i cittadini, uno sportello di ascolto per i medici e un numero speciale per le donazioni alla Croce Rossa Italiana;

•  attraverso il progetto Operazione Risorgimento Digitale è stata realizzata la prima grande scuola online gratuita per la diffusione delle competenze digitali in Italia. Operazione Risorgimento Digitale è una grande alleanza di sistema di cui TIM è capofila che ha riunito 30 partner e ottenuto il sostegno di associazioni di categoria, terzo settore e importanti attori nel campo della innovazione sociale come Confindustria Digitale, Telefono Azzurro, Fondazione Mondo Digitale, Junior Achievement Italia, Generation e Italiacamp. Il progetto, che aderisce al Manifesto della Repubblica Digitale promosso dal Ministero della Innovazione, è realizzato in collaborazione con la Commissione Europea, la Polizia di Stato ed ha ottenuto il patrocinio dell’ANCI. Nell’ambito del progetto sono stati siglati importanti protocolli di intesa con i Ministeri per la Pubblica Amministrazione, dell’Istruzione e della Giustizia. L’iniziativa, adattandosi tempestivamente alle necessità imposte dall’emergenza, si è consolidata in attività di sensibilizzazione e cicli didattici a distanza seguiti da oltre 700.000 cittadini;

•  per garantire la continuità dell’attività formativa nelle scuole TIM ha aderito al progetto del MIUR #LaScuolaContinua e insieme a Cisco, Google, IBM, e WeSchool ha messo a disposizione piattaforme e supporto informativo per garantire la didattica a distanza;

•  le iniziative per le persone, le famiglie e le aziende sono state tutte indirizzate ad offrire connettività gratuita e a fornire servizi, come quello di smart-working, per tutto il periodo dell’emergenza. In questo contesto sono state oltre 435.000 le offerte attivate per i clienti Consumer e circa 165.000 per i clienti Business;

•  sono state intraprese, in coerenza con l’eccezionalità del momento, iniziative a supporto di istituzioni impegnate nella crisi come la Protezione Civile, l’Arma dei Carabinieri, Confindustria, l’Ospedale S. Raffaele, l’ASST di Mantova, cui sono stati messi a disposizione spazi fisici attrezzati per gestire l’operatività sul territorio, programmi formativi speciali, piattaforme, numeri verdi e altri servizi per gestire l’emergenza;

•  attraverso partnership con istituzioni pubbliche e altre fondazioni private sono stati promossi concorsi per l’innovazione in campo sanitario, come Innova per l’Italia, #EUvsVirus Hackathon e Covid-19 Challenge;

•  infine, circa 36.000 nostri dipendenti, sono stati coinvolti nel programma di Smart Working, in linea con le disposizioni governative sulla gestione degli spazi lavorativi.

***

Performance non finanziaria

La pandemia da coronavirus ha fatto emergere criticità e debolezze dei nostri sistemi economici, sociali e istituzionali davanti a shock globali. Al contempo, però, è cresciuta la consapevolezza che il sentiero per uno sviluppo sostenibile passi anche attraverso l’impiego di prodotti e servizi ICT, fattori abilitanti per uno sviluppo inclusivo, che non possono prescindere da infrastrutture digitali, sempre più necessarie a livello capillare sull’intero territorio nazionale per garantire a tutti i vantaggi e le opportunità che esse offrono. Oltre a questo, tuttavia è necessario diffondere la formazione e le competenze digitali necessarie sia in ambito pubblico (scuole e Pubblica Amministrazione) che privato (famiglie e imprese) per favorire la ripresa del Paese. Su tutti questi fronti TIM è fortemente impegnata con un ruolo da protagonista.

L’impegno del Gruppo nell’integrazione della sostenibilità all’interno della strategia aziendale trova conferma nell’inserimento, per il terzo anno consecutivo, tra le prime 10 aziende internazionali che si sono distinte per le politiche di inclusione e promozione della diversità nel Refinitiv Diversity and Inclusion Index che si affianca ad altri importanti indici mondiali, tra cui il Dow Jones Sustainability Index Europe (DJSI Europe) e Euronext Vigeo Eiris.

***

I risultati dei primi nove mesi e del terzo trimestre 2020 verranno illustrati alla comunità finanziaria durante una conference call che si svolgerà l’11 novembre 2020. L’evento avrà inizio alle 14:00 (ora italiana). Alla presentazione seguirà una sessione di Q&A. I giornalisti potranno seguire telefonicamente e via web lo svolgimento della presentazione, senza facoltà di effettuare domande, collegandosi al numero +39 06 33444 seguendo le indicazioni per conferenze assistite oppure collegandosi al seguente link.

Le slide della presentazione saranno disponibili al link.

                                                                                                                                                                                               

TIM redige e pubblica in via volontaria le informazioni finanziarie periodiche riferite al primo e al terzo trimestre di ciascun esercizio, nell’ambito di una policy aziendale di regolare informativa sulle performance finanziarie e operative rivolta al mercato e agli investitori, in linea con le migliori prassi di mercato.

I dati consolidati inclusi nelle informazioni finanziarie periodiche al 30 settembre 2020 del Gruppo TIM sono stati predisposti in conformità ai principi contabili IFRS emessi dallo IASB e recepiti dalla UE; detti dati non sono sottoposti a revisione contabile.

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio Consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2019 ai quali si rimanda, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2020.

Al fine di consentire una migliore valutazione dell’andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare, gli indicatori alternativi di performance si riferiscono a: EBITDA; EBIT; variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui ricavi, sull’EBITDA e sull’EBIT; EBITDA margin e EBIT margin; indebitamento finanziario netto contabile e rettificato; Equity Free Cash Flow. A seguito dell’adozione dell’IFRS 16, inoltre, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

  • EBITDA adjusted After Lease (“EBITDA-AL”), calcolato rettificando l’EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l’IFRS 16 (applicato a partire dal 2019);
  • Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall’Indebitamento finanziario netto rettificato le passività connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l’IFRS 16 (applicato a partire dal 2019);
  • Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall’Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing.

Il significato e il contenuto degli indicatori alternativi di performance sono illustrati in allegato ed è fornito il dettaglio analitico degli importi delle riclassifiche apportate e delle modalità di determinazione degli indicatori.

Si segnala infine che il capitolo “Evoluzione prevedibile della gestione per l’esercizio 2020” contiene dichiarazioni previsionali (forward-looking statements) riguardanti intenzioni, convinzioni o attuali aspettative del Gruppo in relazione ai risultati finanziari e ad altri aspetti delle attività e strategie del Gruppo. Il lettore del presente comunicato non deve porre un indebito affidamento su tali dichiarazioni previsionali in quanto i risultati consuntivi potrebbero differire significativamente da quelli contenuti in dette previsioni come conseguenza di rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, la maggior parte dei quali è al di fuori della sfera di controllo del Gruppo. Per maggiori dettagli, si rimanda a quanto illustrato nel capitolo “Principali rischi e incertezze”, nonché nella Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2019, in cui sono dettagliatamente riportati i principali rischi afferenti all’attività di business del Gruppo TIM che possono incidere, anche in modo considerevole, sulla capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

PRINCIPALI VARIAZIONI DEL PERIMETRO DI CONSOLIDAMENTO DEL GRUPPO TIM

Le principali variazioni del perimetro di consolidamento verificatasi nel corso dei primi nove mesi del 2020 sono state le seguenti:

  • Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (INWIT) (Business Unit Domestic): il 31 marzo 2020 si è perfezionata la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A. Tale operazione, che ha consentito la nascita del primo Tower Operator italiano, ha comportato la diluizione, da parte del Gruppo TIM, della partecipazione nel capitale di INWIT dal 60% al 37,5%; pertanto, dal 31 marzo 2020 INWIT S.p.A. è valutata con il metodo del patrimonio netto. A decorrere dal Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2019 e sino al perfezionamento della fusione sopracitata INWIT S.p.A. è stata presentata come “Asset posseduto per la vendita (Asset held for sale)”; pertanto i dati economici e i flussi finanziari consolidati dei primi nove mesi del 2020 del Gruppo TIM includono i dati del primo trimestre 2020 di INWIT S.p.A. al netto degli ammortamenti del periodo, come richiesto dall’IFRS 5. Si segnala inoltre che in data 23 aprile 2020, si è proceduto alla cessione di un pacchetto azionario, pari al 4,3% del capitale sociale, di INWIT attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali. Conseguentemente, la partecipazione al 30 settembre 2020 del Gruppo TIM in INWIT è pari al 33,2%;
  • Noovle S.r.l. (Business Unit Domestic): in data 21 maggio 2020 TIM S.p.A. ha perfezionato l’acquisizione del 100% delle quote di Noovle S.r.l., società italiana di consulenza ICT e system integration specializzata nella fornitura di progetti e soluzioni cloud e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano.  A decorrere da tale data, Noovle S.r.l. e le sue società controllate sono consolidate con il metodo integrale;
  • Daphne 3 S.p.A. (Business Unit Domestic): società costituita in data 24 luglio 2020; la società ha come oggetto sociale l’assunzione, la detenzione, la gestione e la disposizione di partecipazioni in INWIT - Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.;
  • TIM My Broker S.r.l. (Business Unit Domestic): società costituita in data 4 agosto 2020; la società ha come oggetto sociale lo svolgimento in via prevalente dell’attività di intermediazione assicurativa di cui all’art. 106 del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 e successive modifiche e/o integrazioni.

 

Si segnala inoltre:

  • TIM Participações S.A. (Business Unit Brasile): nel mese di settembre 2020 è divenuta efficace la fusione per incorporazione in TIM S.A.;
  • TN Fiber S.r.l. (Business Unit Domestic): è stata fusa in TIM S.p.A. in data 30 settembre 2020 con effetti fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020.
  • TIMFin: il 3 novembre 2020 Banca d’Italia ha autorizzato TIMFin - Joint venture fra TIM e Santander Consumer Bank - all’esercizio dell’attività di concessione dei finanziamenti nei confronti del pubblico ai sensi degli articoli 106 e seguenti del TUB (l’iscrizione all’Albo degli Intermediari finanziari è subordinata all'adempimento di alcuni vincoli operativi). La società - posseduta al 49% da TIM e al 51% da Santander - offrirà servizi di finanziamento ai clienti TIM.  

Nei primi nove mesi del 2019 non si erano verificate variazioni significative del perimetro di consolidamento.

RISULTATI DEL GRUPPO TIM PER I PRIMI NOVE MESI DEL 2020

I ricavi totali del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2020 ammontano a 11.657 milioni di euro -13,2% rispetto ai primi nove mesi del 2019 (13.423 milioni di euro); la variazione organica dei ricavi totali è pari a –7,9%.

L’analisi dei ricavi totali dei primi nove mesi del 2020 ripartiti per settore operativo in confronto ai primi nove mesi del 2019 è la seguente:

 

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 20201.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

peso %

 

peso %

assolute

%

% organica esclusi non ricorrenti

Domestic

9.472

81,3

10.523

78,4

(1.051)

(10,0)

(9,3)

Brasile

2.208

18,9

2.930

21,8

(722)

(24,6)

(1,6)

Altre Attività

 

 

Rettifiche ed elisioni

(23)

(0,2)

(30)

(0,2)

7

 

 

Totale consolidato

11.657

100,0

13.423

100,0

(1.766)

(13,2)

(7,9)

La variazione organica dei ricavi consolidati di Gruppo dei primi nove mesi del 2020 è calcolata escludendo l’effetto negativo delle variazioni dei tassi di cambio(1) pari a -687 milioni di euro, le variazioni del perimetro di consolidamento(2) per -55 milioni di euro nonché le componenti non ricorrenti. Le rettifiche di ricavi non ricorrenti dei primi nove mesi del 2020 (-38 milioni di euro) sono connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19, mentre i primi nove mesi del 2019 scontavano oneri non ricorrenti per 15 milioni di euro riferibili a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

Come ricordato nelle “Principali variazioni del perimetro di consolidamento del Gruppo TIM” la società Noovle S.r.l. e le sue società controllate sono consolidate con il metodo integrale a decorrere dalla data di acquisizione del controllo da parte del Gruppo TIM (21 maggio 2020). Qualora l’operazione di acquisizione di Noovle S.r.l. fosse stata completata il 1° gennaio 2020, il Gruppo TIM avrebbe registrato maggiori ricavi per circa 14 milioni di euro con effetti non significativi sul risultato netto del periodo.

I ricavi totali del terzo trimestre 2020 sono pari a 3.898 milioni di euro con una variazione in termini organici   rispetto al terzo trimestre 2019 di -207 milioni di euro (-5,0%).

 

L’EBITDA del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2020 è pari a 5.118 milioni di euro (6.499 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019; -21,2%, -7,3% organico).

Il dettaglio dell’EBITDA ripartito per settore operativo dei primi nove mesi del 2020 in confronto con i primi nove mesi del 2019 e l’incidenza percentuale del margine sui ricavi sono i seguenti:

 

(1)      I tassi di cambio medi utilizzati per la conversione in euro (espressi in termini di unità di valuta locale per 1 euro) sono per il real brasiliano pari a 5,70299 nei primi nove mesi del 2020 e a 4,36545 nei primi nove mesi del 2019; per il dollaro americano sono pari a 1,12444 nei primi nove mesi del 2020 e a 1,12373 nei primi nove mesi del 2019. L’impatto della variazione dei tassi di cambio è calcolato applicando al periodo posto a confronto i tassi di conversione delle valute estere utilizzati per il periodo corrente.

(2)      Per omogeneità di confronto le variazioni del perimetro di consolidamento includono anche gli effetti, con decorrenza 31 marzo 2019, del nuovo Master Service Agreement sottoscritto da TIM S.p.A. con INWIT S.p.A. nel corso del primo trimestre 2020.

 

(milioni di euro)

1.1 - 30.9  20201.1 - 30.9  2019

Variazioni

 

 

peso %

 

peso %

assolute

%

% organica esclusi non ricorrenti

Domestic

4.081

79,7

4.554

70,1

(473)

(10,4)

(9,6)

% sui Ricavi

43,1

 

43,3

 

 

(0,2) pp

(0,1) pp

Brasile

1.043

20,4

1.952

30,0

(909)

(46,6)

3,2

% sui Ricavi

47,2

 

66,6

 

 

(19,4) pp

2,2 pp

Altre Attività

(7)

(0,1)

(7)

(0,1)

 

 

Rettifiche ed elisioni

1

 

1

 

 

Totale consolidato

5.118

100,0

6.499

100,0

(1.381)

(21,2)

(7,3)

L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 5.299 milioni di euro con un’incidenza sui ricavi del 45,3% (5.715 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019, con un’incidenza sui ricavi del 45,0%).

Nei primi nove mesi del 2020 il Gruppo TIM ha registrato oneri non ricorrenti per complessivi 181 milioni di euro, di cui 89 milioni di euro ricollegabili all’emergenza Covid-19 in Italia. In particolare, oltre agli impatti delle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela, sono stati sostenuti costi operativi riferibili principalmente agli approvvigionamenti e agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico.

I primi nove mesi del 2020 scontano altresì oneri non ricorrenti connessi principalmente a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale, accantonamenti per contenziosi, sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate nonché oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.

Nei primi nove mesi del 2019 il Gruppo TIM aveva registrato proventi netti non ricorrenti per 302 milioni di euro, quale saldo fra un provento di 693 milioni di euro connesso all’iscrizione, nella Business Unit Brasile, di crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS e oneri non ricorrenti per 391 milioni di euro iscritti dalle Business Unit Domestic e Brasile relativi principalmente ad accantonamenti per contenziosi di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate, a passività con clienti e/o fornitori e a oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale nonché a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

L’EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di euro)1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBITDA

5.118

6.499

(1.381)

(21,2)

Effetto conversione bilanci in valuta

 

(458)

458

 

Effetto variazione perimetro di consolidamento

 

(172)

172

 

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

181

(302)

483

 

Effetto conversione Oneri/(Proventi) non ricorrenti in valuta

 

148

(148)

 

EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente

5.299

5.715

(416)

(7,3)

% sui Ricavi

45,345,0

0,3 pp

L’EBITDA del terzo trimestre 2020 ammonta a 1.720 milioni di euro (2.108 milioni di euro nel terzo trimestre 2019).

L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente del terzo trimestre 2020 è pari a 1.764 milioni di euro (1.916 milioni di euro nel terzo trimestre 2019).

L’EBIT del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2020 è pari a 1.627 milioni di euro (2.712 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1.808 milioni di euro (2.201 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019) con un’incidenza sui ricavi del 15,5% (17,3% nei primi nove mesi del 2019).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020  

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBIT

1.627

2.712

(1.085)

(40,0)

Effetto conversione bilanci in valuta

 

(240)

240

 

Effetto variazione perimetro di consolidamento

 

(117)

117

 

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

181

(302)

483

 

Effetto conversione Oneri/(Proventi) non ricorrenti in valuta

 

148

(148)

 

EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente

1.808

2.201

(393)

(17,9)

L’EBIT del terzo trimestre 2020 ammonta a 585 milioni di euro (825 milioni di euro nel terzo trimestre 2019).

L’EBIT organico al netto della componente non ricorrente del terzo trimestre 2020 è pari a 629 milioni di euro (760 milioni di euro nel terzo trimestre 2019).

Gli altri proventi (oneri) da partecipazioni ammontano a 448 milioni di euro di cui 441 milioni di euro relativi alla plusvalenza netta contabilizzata a seguito della diluizione dal 60% al 37,5% della partecipazione del Gruppo TIM nel capitale di INWIT S.p.A. conseguente alla fusione di INWIT con Vodafone Towers e 7 milioni di euro relativi alla plusvalenza connessa alla cessione, nell’aprile 2020, del 4,3% detenuto da TIM S.p.A. in INWIT.

L’Utile netto dei primi nove mesi del 2020 attribuibile ai Soci della Controllante si attesta a 1.178 milioni di euro (852 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019). Il risultato del periodo beneficia anche del positivo effetto fiscale per le minori imposte di esercizi precedenti che si generano a seguito del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box” nelle dichiarazioni dei redditi e Irap di TIM S.p.A. degli esercizi 2015 – 2019 (294 milioni di euro).

Il personale del Gruppo TIM al 30 settembre  2020 è pari a 52.480 unità, di cui 42.827 in Italia (55.198 unità al 31 dicembre 2019, di cui 45.266 in Italia) con una riduzione di 2.718 unità rispetto al 31 dicembre 2019, di cui -2.439 unità in Italia. Rispetto al 30 settembre 2019 la riduzione è pari a 3.568 unità.

Gli investimenti industriali, pari a 2.006 milioni di euro nei primi nove mesi del 2020 (2.276 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019), sono così ripartiti per settore operativo:

(milioni di euro)

1.1 - 30.9  20201.1 - 30.9  2019

Variazione

 

 

peso %

 

peso %

 

Domestic

1.580

78,8

1.699

74,6

(119)

Brasile

426

21,2

577

25,4

(151)

Altre Attività

Rettifiche ed elisioni

Totale consolidato

2.006

100,0

2.276

100,0

(270)

% sui Ricavi

17,2

 

17,0

 

0,2 pp

In particolare:

  • la Business Unit Domestic presenta investimenti per 1.580 milioni di euro, (- 119 milioni di euro, -89 milioni di euro in termini organici) rispetto ai primi nove mesi del 2019, principalmente per uno slittamento di alcune attività rispetto a quanto pianificato, anche a seguito delle limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19;
  • la Business Unit Brasile ha registrato investimenti industriali per 426 milioni di euro, -151 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019 (577 milioni di euro). Escludendo l’impatto dovuto alla dinamica dei tassi di cambio (-135 milioni di euro), -16 milioni di euro. Gli investimenti industriali sono stati principalmente finalizzati al rafforzamento dell'infrastruttura della rete mobile UltraBroadBand e allo sviluppo del business fisso BroadBand di TIM Live.

 

Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) di Gruppo è positivo per 2.374 milioni di euro (2.791 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019), ovvero 2.484 milioni di euro al netto di 110 milioni di euro pagati per la licenza 5G (2.809 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019) a fronte di 18 milioni di euro nel 2019.

 

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25.469 milioni di euro al 30 settembre 2020, in diminuzione di 2.199 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (27.668 milioni di euro). Alla riduzione hanno contribuito la solida generazione di cassa operativa, ottenuta anche con ottimizzazione del capitale circolante, che ha garantito il pagamento di dividendi su azioni ordinarie e risparmio di TIM S.p.A. per complessivi 316 milioni di euro (rispetto a 166 milioni di euro pagati nel 2019 alle sole azioni di risparmio), il pagamento della rata afferente alla licenza 5G (110 milioni di euro) nonché gli effetti dell’operazione INWIT. In particolare, con riferimento a INWIT si evidenziano il deconsolidamento del debito della società (643 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019) che ha ampiamente compensato il sorgere del nuovo debito per locazioni finanziarie verso INWIT, ora società a controllo congiunto (368 milioni di euro) a fronte della contestuale chiusura di contratti di locazione finanziaria verso Vodafone (214 milioni di euro), l’incasso dei dividendi (256 milioni di euro, di cui 214 milioni di euro di dividendo straordinario) e la cessione del 4,3% della partecipazione (400 milioni di euro).

Inoltre, a seguito della richiesta da parte di TIM S.p.A. dell’agevolazione “Patent box” per il quinquennio 2015-2019 sono già stati incassati 123 milioni di euro.

 

Per una migliore comprensione dell’informativa, nella tabella che segue sono illustrate le diverse modalità di rappresentazione dell’Indebitamento Finanziario Netto:

(milioni di euro)

30.9.2020

31.12.2019

Variazione

 

(a)

(b)

(a-b)

Indebitamento Finanziario Netto contabile

25.632

28.246

(2.614)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie

(163)

(578)

415

Indebitamento Finanziario Netto rettificato

25.469

27.668

(2.199)

Leasing

(4.728)

(5.204)

476

Leasing  - Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

(571)

571

Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease

20.741

21.893

(1.152)

L’Indebitamento Finanziario Netto contabile al 30 settembre 2020 è pari a 25.632 milioni di euro, in diminuzione di 2.614 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (28.246 milioni di euro).

La valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie registra una variazione di 415 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 a seguito della marcata discesa dei tassi di interesse in dollari americani e la correlata rivalutazione delle coperture sulle obbligazioni in valuta US. Tale variazione è rettificata nell’Indebitamento Finanziario contabile non avendo effetti monetari.

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease (al netto dell’impatto di tutti i lease), metrica adottata dai principali peer europei, al 30 settembre 2020 risulta pari a 20.741 milioni di euro, in diminuzione di 1.152 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (21.893 milioni di euro). La riduzione è inferiore a quella evidenziata nell’Indebitamento finanziario netto rettificato in quanto non si considerano gli effetti del deconsolidamento/nuovo debito ai fini IFRS16 correlato all’operazione di INWIT e gli effetti del tasso di cambio sul debito ai fini IFRS16 del Brasile.

Nel terzo trimestre del 2020 l’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 25.469 milioni di euro in diminuzione di 502 milioni di euro rispetto al 30 giugno 2020 (25.971 milioni di euro): il miglioramento è dovuto agli effetti positivi della generazione di cassa operativa che hanno ampiamente compensato il pagamento della rata afferente alle licenze 5G (110 milioni di euro).

(milioni di euro)

30.9.2020

30.6.2020

Variazione

 

(a)

(b)

(a-b)

Indebitamento finanziario netto contabile

25.632

25.954

(322)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie

(163)

17

(180)

Indebitamento finanziario netto rettificato

25.469

25.971

(502)

Così dettagliato:

 

 

 

Totale debito finanziario lordo rettificato

30.319

31.544

(1.225)

Totale attività finanziarie rettificate

(4.850)

(5.573)

723

Il margine di liquidità disponibile per il Gruppo TIM è pari a 10.608 milioni di euro ed è calcolato considerando:

•  la “Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti” e i “Titoli correnti diversi dalle partecipazioni” per complessivi 3.908 milioni di euro (4.015 milioni di euro al 31 dicembre 2019), comprensivi anche di 390 milioni di euro di pronti contro termine scadenti entro novembre 2020;

•  l’ammontare della Revolving Credit Facility pari a 5.000 milioni di euro e della Bridge to Bond Facility pari a 1.700 milioni di euro, totalmente disponibili.

Tale margine consente una copertura delle passività finanziarie (correnti e non) di Gruppo in scadenza per i prossimi 30 mesi.

Si segnala inoltre che le cessioni di crediti commerciali pro soluto a società di factoring perfezionate nei primi nove mesi del 2020 hanno comportato un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto rettificato al 30 settembre 2020 pari a 1.585 milioni di euro (1.958 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

 

I RISULTATI DELLE BUSINESS UNIT

DOMESTIC

I ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 9.472 milioni di euro, in diminuzione di 1.051 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019 (-10,0%) e risentono dell’effetto dello sfidante contesto competitivo e, con particolare riferimento al mercato Mobile, delle restrizioni connesse all’emergenza Covid-19. I ricavi organici, al netto della componente non ricorrente, ammontano a 9.510 milioni di euro (-973 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -9,3%); in particolare, i ricavi dei primi nove mesi del 2020 scontano un impatto complessivo di 38 milioni di euro, riferito a rettifiche di ricavi connesse a iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19. I primi nove mesi del 2019 scontavano oneri non ricorrenti per 15 milioni di euro riferibili a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

Nel terzo trimestre 2020 i ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 3.213 milioni di euro, in diminuzione di 241 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019 (-7,0%¸-6,4% in termini organici).

I ricavi da Servizi stand alone ammontano a 8.613 milioni di euro (-900 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -9,5%) e scontano gli impatti del contesto regolatorio e competitivo sulla customer base e sui livelli di ARPU. I ricavi da servizi stand alone organici, al netto della sopra citata componente non ricorrente, ammontano a 8.651 milioni di euro (-822 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -8,7%).

In dettaglio:

  • i ricavi da Servizi stand alone del mercato Fisso sono pari a 6.511 milioni di euro, con una variazione in termini organici rispetto ai primi nove mesi del 2019 (-8,0%) dovuta prevalentemente alla diminuzione degli accessi che si riflette anche nell’andamento dei ricavi da servizi broadband (-155 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -8,2%), parzialmente compensato dalla crescita dei ricavi da soluzioni ICT (+67 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, pari a +10,8%);
  • i ricavi da Servizi stand alone del mercato Mobile sono pari a 2.526 milioni di euro (-326 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -11,4%) e scontano l’impatto del contesto regolatorio e competitivo, sulla consistenza della customer base, nonché gli effetti determinati dall’emergenza sanitaria. In termini organici, al netto della già citata componente non ricorrente, i ricavi da servizi stand alone del Mobile ammontano a 2.559 milioni di euro (-272 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, pari a -9,6%).

I ricavi Handset e Bundle & Handset, inclusa la variazione dei lavori in corso, sono pari a 859 milioni di euro nei primi nove mesi del 2020, -151 milioni di euro in termini organici rispetto ai primi nove mesi del 2019 anche per effetto della ridotta frequentazione dei punti vendita a seguito dei provvedimenti restrittivi legati all’emergenza Covid-19.

Relativamente ai segmenti di mercato della Business Unit Domestic si segnalano le seguenti dinamiche rispetto ai primi nove mesi del 2019:

  • Consumer: il perimetro di riferimento è costituito dall’insieme dei servizi e prodotti di fonia e internet gestiti e sviluppati per le persone e le famiglie nel Fisso e nel Mobile e dalla telefonia pubblica; attività di caring, supporto al credito operativo, loyalty e retention, attività di vendita di competenza e gestione amministrativa dei clienti; è inclusa la società TIM Retail, che coordina l’attività dei negozi Flagship. In termini organici, al netto della citata componente non ricorrente, i ricavi del segmento Consumer sono pari a 4.383 milioni di euro e presentano un andamento (-585 milioni di euro -11,8%), rispetto ai primi nove mesi del 2019, che sconta una maggiore disciplina dei processi commerciali ed un trend della customer base in progressivo miglioramento. La dinamica osservata sui ricavi complessivi è presente anche sui ricavi da servizi stand alone, che sono pari a 3.907 milioni di euro, con un -507 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019 (-11,5%). In particolare:
  • i ricavi da Servizi stand alone del Mobile sono pari a 1.765 milioni di euro (- 179 milioni di euro, -9,2%) rispetto ai primi nove mesi del 2019), a fronte di un’inedita dinamica competitiva nella fascia bassa del mercato e alla sempre più contenuta riduzione della customer base calling; tali risultati scontano anche gli effetti dell’emergenza Covid-19 sui ricavi da roaming e la progressiva riduzione delle tariffe regolate di interconnessione sul traffico entrante;
  • i ricavi da Servizi stand alone del Fisso sono pari a 2.165 milioni di euro (-320 milioni di euro, –12,9% rispetto ai primi nove mesi del 2019); prevalentemente per effetto della minore Customer Base, che nel corso dei nove mesi ha avuto un calo in progressiva attenuazione, e dei livelli di ARPU. Si evidenzia la crescita dei clienti BroadBand, in particolare gli Ultra BroadBand, e il miglioramento della performance YoY dell’ARPU broadband a partire dal terzo trimestre.

 

I ricavi Handset e Bundle & Handset del segmento Consumer sono pari a 477 milioni di euro, con -79 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019 (-14,2%), concentrata sul comparto mobile per la mutata strategia commerciale sui prodotti, focalizzata sulla difesa della marginalità. Sulla performance ha avuto anche impatto la restrizione alla circolazione per emergenza sanitaria Covid-19: nel periodo di lockdown i volumi venduti di smartphone si sono ridotti rispetto al 2019 con una ripresa a regime solo a partire dal mese di luglio.

  • Business: il perimetro di riferimento è costituito dall’insieme dei servizi e prodotti di fonia, dati, internet e soluzioni ICT gestiti e sviluppati per la clientela delle PMI (Piccole e medie imprese), SOHO (Small Office Home Office), Top, Public Sector, Large Account ed Enterprise nel Fisso e nel Mobile. Sono incluse le società: Olivetti, TI Trust Technologies e Telsy e da giugno 2020 il gruppo Noovle. In termini organici, al netto della citata componente non ricorrente, i ricavi del segmento Business sono pari a 3.009 milioni (-421 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -12,3%, di cui -10,0% per la componente dei ricavi da servizi stand alone). In particolare:
  • i ricavi totali del Mobile evidenziano una performance organica rispetto ai primi nove mesi del 2019 (-12,1%), legata alla componente dei ricavi da servizi stand alone (-11,7%) e al trend dell’ARPU;
  • i ricavi totali del Fisso in termini organici hanno subito una variazione di -324 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019 (-12,2%) con la componente dei ricavi da servizi (-9,3%) influenzata da un andamento dei prezzi in parte compensato dall’incremento dei ricavi da servizi ICT.
  • Wholesale National Market: il perimetro di riferimento è costituito dalla gestione e sviluppo del portafoglio dei servizi wholesale, regolamentati e non, diretti agli operatori di telecomunicazioni del mercato domestico sia del Fisso che del Mobile. Sono incluse le società: TI San Marino e Telefonia Mobile Sammarinese. Il segmento Wholesale National Market presenta nei primi nove mesi del 2020 ricavi pari a 1.404 milioni di euro, in aumento rispetto ai primi nove mesi del 2019 di 17 milioni di euro (+1,3%), con una performance positiva guidata prevalentemente dalla crescita degli accessi trainata dal comparto Ultra BroadBand.
  • Wholesale International Market: in tale ambito sono ricomprese le attività del gruppo Telecom Italia Sparkle che opera nel mercato dei servizi internazionali voce, dati e internet destinati agli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili, agli ISP/ASP (mercato Wholesale) e alle aziende multinazionali attraverso reti proprietarie nei mercati Europei, nel Mediterraneo e in Sud America. I ricavi dei primi nove mesi del 2020 del segmento Wholesale International Market sono pari a 704 milioni di euro, in crescita di 7 milioni di euro (+1,0%) rispetto ai primi nove mesi del 2019, con effetti trascurabili su EBITDA. Tale andamento è principalmente connesso all’offerta di capacità del business dati.

***

 

L’EBITDA dei primi nove mesi del 2020 della Business Unit Domestic è pari a 4.081 milioni di euro, (-473 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -10,4%), con un’incidenza sui ricavi pari al 43,1% (-0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente).

L’EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 4.262 milioni di euro, (-450 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -9,6%). In particolare, l’EBITDA dei primi nove mesi del 2020 sconta un impatto complessivo di -181 milioni di euro, di cui 89 milioni di euro ricollegabili all’emergenza Covid-19 in Italia e relativi principalmente agli impatti delle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela, nonché degli effetti delle difficoltà macroeconomiche su accantonamenti e oneri connessi alla gestione dei crediti. Inoltre, gli oneri non ricorrenti includono oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale, accantonamenti per contenziosi, sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate nonché oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.

 

L’EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9  2019  

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBITDA

 4.081

4.554

(473)

(10,4)

Effetto variazione perimetro di consolidamento

 (172)

 172

 

Oneri/ (Proventi) non ricorrenti

 181

 330

 (149)

 

EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente

4.262

4.712

(450)

(9,6)

L’EBITDA del terzo trimestre 2020 è pari a 1.397 milioni di euro (-228 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019, -14,0%).

L’EBIT dei primi nove mesi del 2020 della Business Unit Domestic è pari a 1.312 milioni di euro, (-382 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -22,6%), con un’incidenza sui ricavi pari al 13,9% (-2,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1.493 milioni di euro (-414 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2019, -21,7%) con un’incidenza sui ricavi del 15,7% (18,2% nei primi nove mesi del 2019).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBIT

 1.312

1.694

(382)

(22,6)

Effetto variazione perimetro di consolidamento

 (117)

 117

 

Oneri/ (Proventi) non ricorrenti

 181

 330

 (149)

 

EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente

 1.493

1.907

(414)

(21,7)

L’EBIT del terzo trimestre 2020 è pari a 479 milioni di euro (-186 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019, -28,0%).

Il personale è pari a 43.069 unità (45.496 unità al 31 dicembre 2019), con una riduzione di 2.427 unità.

BRASILE (cambio medio real/euro 5,70299)

I ricavi dei primi nove mesi del 2020 della Business Unit Brasile (gruppo Tim Brasil) ammontano a 12.590 milioni di reais, (-201 milioni di reais, -1,6%) rispetto ai primi nove mesi del 2019 (12.791 milioni di reais).

I ricavi da servizi sono pari a 12.224 milioni di reais, (-16 milioni di reais rispetto ai 12.240 milioni di reais dei primi nove mesi del 2019, -0,1%).

I ricavi da vendite di prodotti si sono attestati a 366 milioni di reais (551 milioni di reais nei primi nove mesi del 2019). L’andamento riflette l'impatto della chiusura per almeno due mesi nella maggior parte del Brasile a causa dell’emergenza Covid-19; la politica commerciale resta focalizzata più sul valore che sull'incremento dei volumi di vendita. In particolare, i principali obiettivi della nuova strategia sono lo sviluppo delle vendite di nuovi terminali che abilitano alla fruizione dei servizi BroadBand sulle reti 3G/4G da parte dei clienti TIM e il supporto alle nuove offerte di fidelizzazione per la clientela post-paid a più alto valore.

I ricavi del terzo trimestre 2020 ammontano a 4.388 milioni di reais, in aumento del 1,2% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente (4.337 milioni di reais).

L'ARPU mobile dei primi nove mesi del 2020 è di 24,2 reais, in crescita rispetto al dato registrato nei primi nove mesi del 2019 (23,3 reais) grazie al generale riposizionamento sul segmento post-paid e a nuove iniziative commerciali volte a promuovere l'uso dei dati e la spesa media per cliente.

Le linee complessive al 30 settembre 2020 sono pari a oltre 51,1 milioni -3,3 milioni rispetto al 31 dicembre 2019 (54,4 milioni). Questo andamento è riconducibile principalmente al segmento pre-paid (-3,6 milioni) parzialmente compensata dalla crescita nel segmento post-paid (+0,3 milioni), anche per effetto del consolidamento in atto sul mercato delle seconde SIM. Al 30 settembre 2020 i clienti post-paid rappresentano il 42,5% della base clienti, con un incremento di 3,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2019 (39,4%).

L'EBITDA dei primi nove mesi del 2020 ammonta a 5.946 milioni di reais (8.522 milioni di reais nei primi nove mesi del 2019) e il margine sui ricavi è pari al 47,2% (66,6% nei primi nove mesi del 2019).

Nei primi nove mesi del 2019 l'EBITDA beneficiava di proventi netti non ricorrenti per 2.760 milioni di reais quale saldo tra 3.024 milioni di reais di proventi connessi all’iscrizione di crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS e 264 milioni di reais di oneri non ricorrenti per accantonamenti principalmente per contenziosi di carattere regolatorio e passività ad essi correlate, oltre che per passività con clienti e/o fornitori nonché per oneri connessi a riorganizzazione/ristrutturazione aziendale.

 

L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente è in crescita del 3,2% ed è calcolato come segue:

(milioni di reais)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBITDA

5.946

8.522

(2.576)

(30,2)

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

(2.760)

2.760

 

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

5.946

5.762

184

3,2

La crescita è attribuibile al miglioramento dell'efficienza della struttura dei costi operativi durante l’emergenza Covid-19.

Il relativo margine sui ricavi si attesta al 47,2%, in crescita in termini organici di 2,2 punti percentuali rispetto ai primi nove mesi del 2019.

L’EBITDA del terzo trimestre 2020 è pari a 2.063 milioni di reais, -89 milioni di reais rispetto al terzo trimestre 2019.

Nel terzo trimestre 2019 l'EBITDA beneficiava di 110 milioni di reais di proventi netti non ricorrenti, connessi ai proventi relativi all’iscrizione di crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS (148 milioni di reais) a cui si sono contrapposti oneri per accantonamenti non ricorrenti (pari a 38 milioni di reais) principalmente per accantonamenti per contenziosi di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate oltre a passività con clienti e/o fornitori.

Al netto dei proventi (oneri) non ricorrenti, l’EBITDA margin del terzo trimestre 2020 è pari al 47,0% (47,1% nel terzo trimestre 2019).

L'EBIT dei primi nove mesi del 2020 è pari a 1.827 milioni di reais (4.476 milioni di reais nei primi nove mesi del 2019).

Nei primi nove mesi del 2019 anche l’EBIT beneficiava dei proventi netti non ricorrenti per 2.760 milioni di reais registrati a livello di EBITDA.

L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente è in crescita del 6,5% ed è calcolato come segue:

(milioni di reais)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBIT

1.827

4.476

(2.649)

(59,2)

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

(2.760)

2.760

 

EBIT ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

1.827

1.716

111

6,5

L’EBIT del terzo trimestre 2020 è pari a 683 milioni di reais -46 milioni di reais rispetto al terzo trimestre 2019 (-6,3%). Al netto dei proventi (oneri) non ricorrenti, l’EBIT margin del terzo trimestre 2020 è pari al 15,6%, +1,3 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2019.

Nel corso dei primi nove mesi del 2020 il tasso di cambio puntuale utilizzato per la conversione in euro del real brasiliano (espresso in termini di unità di valuta locale per 1 euro) è passato da 4,52808 al 31 dicembre 2019 a 6,60413 al 30 settembre 2020. Ciò ha determinato, tra gli altri, la riduzione di 268 milioni di euro del valore dell’avviamento attributo alla Cash Generating Unit Brasile espresso in euro.

 

Il personale è pari a 9.397 unità, in riduzione di 292 unità rispetto al 31 dicembre 2019 (9.689 unità).

 

INDICATORI AFTER LEASE

Al fine di consentire una migliore valutazione dell’andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare, a seguito dell’adozione dell’IFRS 16 il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE GRUPPO TIM

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

5.299

5.715

(416)

(7,3)

Canoni per leasing

(621)

(647)

26

(4,0)

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

4.678

5.068

(390)

(7,7)

EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE DOMESTIC

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

 4.262

4.712

(450)

(9,6)

Canoni per leasing

 (397)

 (437)

 40

 (9,2)

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

 3.865

4.275

(410)

(9,6)

EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE BRASILE

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazioni

 

 

 

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

1.043

1.010

33

3,2

Canoni per leasing

(224)

(210)

(14)

6,8

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

819

800

19

2,3

EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE GRUPPO TIM

(milioni di euro)

1.1 - 30.9 2020

1.1 - 30.9 2019

Variazione

EQUITY FREE CASH FLOW

 1.666

 1.692

 (26)

Leasing

 (673)

 (555)

 (118)

EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE

 993

 1.137

 (144)

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE PER L’ESERCIZIO 2020

La guidance comunicata nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2020 del Gruppo TIM è confer

 

EVENTI SUCCESSIVI AL 30 SETTEMBRE 2020

TIM E ARDIAN PERFEZIONANO L’INVESTIMENTO IN INWIT

Si veda il comunicato stampa diffuso in data 2 ottobre 2020.

 

PRINCIPALI RISCHI E INCERTEZZE

Il governo dei rischi rappresenta uno strumento strategico per la creazione di valore.

Il Gruppo TIM ha adottato un Modello di Risk Management in continua evoluzione, allineato con normative e standard internazionali, per consentire di individuare e gestire i rischi in modo omogeneo all’interno delle società del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi.

Il processo Risk Management è progettato per individuare eventi potenziali che possono influire sull’attività d’impresa, per gestire il rischio entro limiti accettabili e per fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi aziendali.

Il Modello di Risk Management adottato dal Gruppo TIM

  • classifica i rischi sulla base del loro impatto in Strategici (derivanti dalla evoluzione dei fattori sottostanti le principali assunzioni utilizzate per lo sviluppo del Piano Strategico) e Operativi (derivanti dalla evoluzione dei fattori di rischio, sia endogeni che esogeni, che posso compromettere il raggiungimento degli obiettivi di business);
  • valuta i rischi non solo singolarmente ma anche in un’ottica di portafoglio rischi (analisi delle correlazioni);
  • individua e aggiorna l’insieme complessivo dei rischi ai quali è esposto il Gruppo mediante l’analisi del Piano Industriale, un monitoraggio ciclico con i Risk Owner al fine di intercettare eventuali variazioni e/o nuovi scenari di rischio e il monitoraggio del contesto macroeconomico di riferimento.

L’evoluzione prevedibile della gestione per l’esercizio 2020 potrebbe essere influenzata da rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, la maggior parte dei quali è al di fuori della sfera di controllo del Gruppo.

In tale ambito si evidenzia l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19. Inoltre, a titolo non esaustivo si richiamano i seguenti ulteriori fattori: il cambiamento del contesto di mercato, l’ingresso di nuovi potenziali competitors in ambito fisso e mobile, l’avvio di procedimenti da parte delle Autorità e i conseguenti ritardi nell’implementazione delle nuove strategie, gli eventuali vincoli connessi all’esercizio dei Poteri Speciali da parte del Governo (Golden Power) con effetti - al momento non prevedibili - in termini di scelte strategiche ed in termini di sviluppo temporale degli obiettivi triennali già annunciati che possono comportare, per alcuni di essi, una progressione temporale diversa rispetto alla tempistica inizialmente prevista o il relativo raggiungimento con percorsi nuovi e più articolati.

 

RISCHI RELATIVI ALLE CONDIZIONI MACROECONOMICHE

COVID-19

Ulteriori provvedimenti restrittivi emanati da autorità nazionali ed estere, dovuti all’emergenza sanitaria per la diffusione del Covid-19, oltre al peggioramento del quadro macroeconomico globale e al rischio di deterioramento del profilo creditizio di alcuni segmenti di clientela, potrebbe determinare rallentamenti nell’attività d’impresa, derivanti da limitazioni di alcune tipologie di interventi tecnici e commerciali, da difficoltà incontrate dalla clientela e da discontinuità nella catena di fornitura, con impatti negativi sui risultati complessivi del Gruppo.

La gestione di questo fenomeno emergenziale prevede, anche in considerazione del servizio pubblico erogato, la realizzazione di tutte le attività inerenti la continuità operativa dei processi aziendali con l’obiettivo di garantire la funzionalità dei servizi erogati e la tutela della salute dei dipendenti.

Rischi connessi ai fattori macroeconomici

La situazione economico-finanziaria del Gruppo TIM dipende dall’influenza di molteplici fattori macroeconomici come la crescita economica, la fiducia dei consumatori, i tassi di interesse e i tassi di cambio dei mercati in cui è presente.

L’economia italiana ha risentito fortemente dell’emergenza Covid-19 nel primo semestre 2020 (PIL -11,5% vs 2019) con una contrazione del PIL che nel secondo trimestre ha registrato un crollo eccezionale del 13% rispetto al trimestre precedente, maggiore di quello dell’area Euro (-11,8%). Il terzo trimestre sta evidenziando un minore rallentamento dell’economia italiana ma il quadro globale continua ad essere dominato dalle difficoltà e incertezze derivanti dall’evoluzione della pandemia, la cui recente recrudescenza potrebbe condizionare in misura significativa lo scenario a breve termine. Già nel 2019 la crescita del PIL è stata contenuta (+0,3%) a causa delle politiche protezionistiche degli Stati Uniti e della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e le incertezze relative al settore automobilistico. Con la pandemia e il conseguente lockdown si è aggiunta una discontinuità forte sulla produzione e sui consumi delle famiglie: il crollo della produzione industriale del secondo trimestre 2020 rispetto al trimestre precedente è stato pari al 21,6% e i consumi delle famiglie hanno subito una contrazione dell’11,4%. La propensione al consumo, soprattutto nel settore dei servizi, ha subito un’importante riduzione sia per effetto delle misure di contenimento dei contagi sia per una maggiore prudenza dei consumatori anche nella fase di convivenza con il virus. Certamente le misure di contenimento dei contagi e di sostegno al reddito delle famiglie varate dal governo italiano, oltre ad avere ricadute positive sul lato dell’offerta e della domanda determineranno un significativo aumento del debito pubblico. Le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea prevedono una recessione per l’area euro nel 2020 con una stima di riduzione del PIL del 7,8%. Per l’Italia le principali istituzioni economiche nazionali ed internazionali prevedono per il 2020 una contrazione dell’economia tra il 10% e l’11%.

In Brasile i risultati attesi potranno essere influenzati significativamente dal contesto macroeconomico e politico. Dopo due anni di calo del PIL, che hanno segnato una delle crisi più profonde della sua storia, il Paese nel 2017 è tornato a crescere (+1%) ed il 2018 ha chiuso con una crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Secondo l’IBGE – Geography and Statistic Brazilian Institute - la crescita del PIL per il 2019 è stata dell’1,1%, lo stesso risultato dell’anno precedente. Nonostante il governo abbia approvato con successo la Riforma relativa alla Sicurezza Sociale, il mercato è ancora in attesa di alcuni cambiamenti strutturali al fine di migliorare la capacità di investimento del governo brasiliano per un recupero più significativo. In aggiunta, alcune turbolenze del mercato esterno quali ad esempio la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, avranno ulteriori riflessi sul recupero dell’economia brasiliana.

Recentemente, dopo l’adozione delle stringenti misure di restrizione nella circolazione e di distanziamento sociale per ridurre la trasmissione del Covid-19, il graduale allegerimento delle misure restrittive e il ritorno alle attività economiche dovrebbero ridurre gli effetti negativi sui risultati di Tim Brasil registrati nel secondo trimestre del 2020, che hanno visto la riduzione dei ricavi sia nel segmento del prepagato che in quello del postpagato. Non è tuttavia ancora possibile prevedere se l’economia brasiliana e i risultati di Tim Brasil torneranno ai livelli precrisi.

 

***

 

Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Giovanni Ronca, dichiara ai sensi del comma 2 dell’art.154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

 

Roma, 10 Novembre 2020 

 

 

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