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Aperti a Milano i lavori de “La bruttezza immaginaria” evento culturale promosso da Cooperativa Minotauro e cofinanziato da Fondazione Telecom Italia

Ai Frigoriferi Milanesi due giorni di incontro culturale cittadino, promossi da Cooperativa Minotauro, sul timore di essere brutti che oggi affligge sempre più giovani. Protagonisti sono ragazzi, genitori, insegnanti, educatori, psicologi ed operatori dei servizi territoriali
Presentato uno studio sostenuto da Fondazione Telecom Italia sugli interventi psicologici gratuiti svolti sui giovani ritirati in casa e catturati dalle relazioni virtuali offerte dal Web

09/05/2014 - 16:00

Il Consultorio gratuito per adolescenti e genitori, gestito dalla Cooperativa Minotauro, grazie al contributo di Fondazione Telecom Italia, Comune di Milano, Banca del Monte di Lombardia e alla generosità di un gruppo di sostenitori, ha indetto per il 9 e 10 maggio nel capoluogo lombardo l’evento “La Bruttezza Immaginaria” - Giovani che temono di essere brutti, incontro culturale cittadino aperto a ragazzi, genitori, insegnanti, psicologi e operatori dei servizi territoriali sul tema della paura di essere brutti che oggi affligge e colpisce sempre più adolescenti, in realtà di bell’aspetto.

L’evento si tiene presso i Frigoriferi Milanesi ed è stato organizzato sotto il coordinamento del prof. Gustavo Pietropolli Charmet, Direttore Scientifico del Consultorio Gratuito, che introdurrà e accompagnerà i lavori. Durante l’incontro verranno così indagate ed approfondite le conseguenze del sentimento di bruttezza: in particolare, gli psicoterapeuti e psicologi del Consultorio gratuito e dei Laboratori del Minotauro presenteranno l’esito delle migliaia di colloqui effettuati in questi anni con adolescenti, con madri e padri in difficoltà. Prendono parte ai lavori, tra gli altri, Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano, Mauro Grimoldi, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e Marcella Logli, Segretario Generale di Fondazione Telecom Italia.

Sempre più giovani oggi temono che il proprio corpo sia inadeguato per la ricerca del successo sentimentale e sociale: hanno la certezza di essere troppo grassi, magri, goffi, pieni di difetti; quasi sempre, tuttavia, si tratta di una falsa impressione. Queste negative impressioni relative alla presentazione sociale della propria corporeità producono spesso un importante disagio psicologico: succede così che, talvolta, alcuni ragazzi possano attaccare il proprio corpo con pericolosi digiuni e scelte anoressiche o con condotte autolesive o che decidano di farlo scomparire dagli sguardi degli altri rifugiandosi nella realtà virtuale, fino al ritiro da scuola e dalla vita sociale. La diffusione incalzante di questa epidemia psicologica ha indotto a promuovere una campagna di mobilitazione educativa e sensibilizzazione culturale per garantire ai ragazzi in difficoltà il sostegno di adulti sempre più aggiornati e competenti.

In particolare, negli ultimi sei mesi sono stati invitati a dare un contributo di testimonianze ed idee molti docenti delle scuole superiori, un gruppo significativo di genitori, gli operatori dei servizi territoriali per l’adolescenza e molti studenti. Sono perciò stati raccolti numerosi contributi sulla “Bruttezza immaginaria”: temi scritti in classe, poesie, fotografie, disegni, ricordi, riflessioni, considerazioni degli adulti, valutazioni di psicologi ed educatori. Durante l’evento saranno illustrati e presentati tutti questi materiali relativi al dolore e alla vergogna dei giovani in conflitto estetico col proprio corpo.

Verrà inoltre presentata la ricerca “L’intervento clinico con i ragazzi ritirati”, elaborata dall’équipe del Consultorio e sostenuta da Fondazione Telecom Italia, sugli esiti degli interventi psicologici effettuati nei confronti di ragazzi ritirati ed “asserragliati” nella loro cameretta nonché catturati dalle relazioni virtuali offerte da Internet. La metà degli utenti in carico al Consultorio, infatti, manifesta problematiche relative all'area del ritiro sociale. Si tratta per lo più di ragazzi maschi, con un’età media di 16 anni, che spesso sviluppano una dipendenza dalle nuove tecnologie, soprattutto dai giochi on-line. In questi casi, tuttavia, l’uso massivo della realtà virtuale per gli adolescenti non costituisce l’origine dei problemi, ma spesso può rappresentare invece la soluzione che essi trovano per far fronte alla loro sofferenza. Dalla ricerca emerge infatti come questi ragazzi in Rete, liberati dal corpo reale da essi stessi considerato brutto e impresentabile, riescano a vivere, attraverso i loro Avatar, esperienze evolutive importanti.

Del sentimento di vergogna in adolescenza parla in particolare il saggio di Antonio Piotti, da cui è tratta la rappresentazione teatrale “Un banco vuoto” che verrà messa in scena nella mattina di sabato 10 maggio.

I canali mediatici utilizzati per la veicolazione dell’evento sono:

 

Milano, 9 Maggio 2014

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