"Building Blocks" (materiali da costruzione) è una delle espressioni più abusate nel mondo degli addetti ai lavori del digitale.
Eppure, nel campo di chi sviluppa software, è forse il termine più pertinente per definire ciò di cui una applicazione ha bisogno per arrivare sul mercato. E quindi vendere, monetizzare, abilitare un business.
Quasi tutti i grandi player dell'ICT hanno messo in campo la propria soluzione globale, comprensiva di tutti gli elementi necessari per gli sviluppatori indipendenti. E puntualmente, ogni player ha messo in campo i propri punti di forza.
Fin dalla sua nascita TIM Open si è imposta all'attenzione degli sviluppatori per i propri asset non duplicabili, offrendo a chi scrive applicazioni tutte le proprie capability di rete (dove spiccano gli SMS e i servizi location-based), che si sommano a una profonda conoscenza del mercato italiano e degli strumenti per gestirlo: billing, caring, eccetera.
Se ne è parlato martedì scorso alla ex-GIL di Trastevere, a Roma, al lancio di TIM Open Partnership, dove Francesco Pagliari, Responsabile Platform & Marketplace di TIM, ha raccontato la ragion d'essere di TIM Open, spingendosi fino a delinearne le prospettive future.
In poco più di tre anni di vita, ha sottolineato Pagliari, questa piattaforma ha già fatto passi da gigante: sono già 400 i Partner che hanno pubblicato o stanno pubblicando le loro applicazioni sul TIM Digital Store, 160 le applicazioni già pubblicate, e oltre 81.000 i clienti con almeno un servizio attivo sul Digital Store.
Ma cosa offre esattamente TIM Open alla community degli sviluppatori? Anzitutto un accesso rapido al mercato tramite una automatizzazione end-to-end dei processi, in grado quindi di aumentare notevolmente le opportunità di successo delle applicazioni. Una volta registrati, in piena autonomia, alla piattaforma, e configurata la propria applicazione in cloud, gli sviluppatori infatti possono renderla subito disponibile alla vendita tramite i canali di vendita di TIM, la cui capillarità è insuperata in Italia.
Da quel momento tutte le funzionalità di gestione ordini, promozione, billing e fatturazione sono messe a disposizione da TIM Open, permettendo ai developer di focalizzarsi esclusivamente sullo sviluppo e sul valore dei servizi.
Oltre all'automazione dei processi e alla semplicità d'uso, il terzo principio cardine di TIM Open è la scalabilità, che permette di rilasciare nuove funzionalità in modo granulare, ottimizzando l'evoluzione dei servizi nel tempo.
Quest'ultimo aspetto è particolarmente importante, se si considera il costante aggiornamento delle interfacce di programmazione (API) che TIM Open mette a disposizione degli sviluppatori, sfruttando le capability di rete di TIM, il cosiddetto "web semantico" e funzionalità come la One Time Password (OTP).
Nella tavola rotonda sulle best practice con i partner, moderata da Francesco Fraccalvieri (Responsabile Platform & Market Place Marketing di TIM), che ha concluso i lavori all'Ex-Gil, si è parlato di ciò che può distinguere un grande operatore telco nazionale nel contribuire a una via italiana all'innovazione: non solo specifiche competenze e peculiarità tecniche, ma anche una conoscenza più profonda del nostro mercato business e consumer, e una maggiore attenzione alla sicurezza e agli adempimenti richiesti in materia, rispetto ai player OTT Internazionali.