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Realtà virtuale e insegnanti robot: ecco la scuola del futuro

La realtà virtuale fa irruzione nel mondo dell’istruzione e dell’educazione. L'unico limite è l'immaginazione: i visori intelligenti trasportano gli studenti negli angoli più remoti del pianeta, nelle profondità dell’oceano, persino in orbita.

10/09/2018 - 16:20

Immaginate di studiare il sistema solare immergendovi nello spazio profondo: osservando i pianeti e i loro movimenti in tre dimensioni, come se fossero proprio davanti a voi. Oppure di imparare la storia esplorando in libertà il sito archeologico di Machu Picchu, ma senza mai lasciare la vostra classe. Queste sono solo due delle tante potenzialità della realtà virtuale nel mondo dell’istruzione e dell’educazione, che consentono di portare gli studenti negli angoli più remoti del pianeta, nelle profondità dell’oceano e anche in orbita. Basta indossare un visore per essere catapultati in dettagliate ricostruzioni virtuali, godendo di completa libertà di manovra e muovendosi a proprio piacimento.

Tutto questo è già realtà per milioni di studenti e per i loro insegnanti, che possono sfruttare applicazioni e piattaforme online come Google for Education o Discovery VR (che ha avuto oltre quattro milioni di download) per scaricare tutti i materiali necessari a compiere viaggi virtuali pensati appositamente per l’istruzione. Non sono necessarie grandi risorse economiche: i programmi, in alcuni casi, sono addirittura gratuiti; mentre i visori adatti all’educazione in VR (virtual reality) costano solo poche decine di euro. I benefici per gli alunni, però, sono di grande valore: gli studenti di geografia del King’s Ely, una scuola media britannica, hanno per esempio usato la realtà virtuale per esplorare in classe gli oceani e studiare la barriera corallina.

"Alcuni ragazzi si sono sdraiati per terra mentre, guidati da noi, osservavano i coralli. Abbiamo avuto reazioni immediate e molto positive; era come se fossero veramente lì."

Alan Parkinson, uno degli insegnanti

E in Italia? Le prime classi dotate di realtà virtuale iniziano a comparire anche da noi, per esempio alla scuola primaria Kennedy di Bresso (hinterland di Milano), dove è sorta la prima aula europea interamente dedicata alla MVR (mixed virtual reality): “Dalla scoperta dell'anatomia alla visita negli ambienti geografici terrestri, dalla visita dei musei fino a Machu Picchu, dalla pittura digitale all'osservazione dell'universo, i bambini possono provare un'esperienza unica, ampliando le conoscenze e partecipando attivamente ai processi di apprendimento attraverso una tecnica digitale innovativa che coinvolge tutti gli alunni”, ha spiegato l’insegnante responsabile per le nuove tecnologie Emanuela Salamina.

Ovviamente, non mancano le controindicazioni: alcuni temono che tutto questo entusiasmo, da parte di studenti e insegnanti, possa esaurirsi non appena sarà finito l’effetto novità; mentre altri sottolineano il rischio di mescolare eccessivamente due piani che dovrebbero rimanere ben distinti: l’intrattenimento e l’educazione. La strada, però, sembra segnata. Nei prossimi anni, infatti, entrerà nelle scuole anche la realtà aumentata: una tecnologia che – grazie all’uso di smartphone o appositi visori – permette di vedere oggetti virtuali nel mondo reale (consentendo di posizionare, per esempio, la ricostruzione digitale di un uragano proprio sulla cattedra). 

Anche le gite scolastiche non saranno più le stesse: i ragazzi potranno interagire digitalmente con i monumenti e le opere d’arte delle capitali europee, ricevere informazioni dettagliate e personalizzate, vedere filmati e immagini storiche relative ai luoghi che stanno visitando e molto altro ancora. Accedere al mondo virtuale, insomma, non significa restare sempre chiusi in classe; ma aumentare le potenzialità complessive dell’insegnamento.  

La trasformazione digitale della scuola non riguarda, però, solo il materiale didattico: gli studenti di alcune elementari neozelandesi a breve faranno infatti la conoscenza di Will, un software dal volto umano (proiettato su uno schermo) che insegnerà ai ragazzi la sostenibilità ambientale, il consumo responsabile e le principali caratteristiche e potenzialità delle energie rinnovabili. Gli studenti potranno interagire con Will sfruttando computer, tablet e smartphone; dialogando e rispondendo alle domande poste dall’intelligenza artificiale. “La reazione degli studenti è stata davvero affascinante”, ha spiegato in un comunicato il responsabile per il digitale della società produttrice Vector, Nikhil Ravishankar. “Ripongo molte speranze nella capacità di questa tecnologia di poter, un domani, fornire esperienze educative ricche ed efficaci”.

In futuro, infatti, questi software potranno adattarsi allo stile di apprendimento di ogni singolo studente, rendendo l’insegnamento personalizzato una realtà anche nelle scuole e affiancando (ma non sostituendo) i docenti nel loro lavoro. L’anno scolastico che sta per cominciare promette tante novità, anche grazie alle sorprese che ha in cantiere, per quanto riguarda l’Italia, la Scuola Digitale di TIM. Il mondo dell’educazione, insomma, sta entrando nella nuova epoca digitale: un futuro da affrontare con qualche precauzione, ma carico di fascino e potenzialità.

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