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È importante notare che, per quanto riguarda la crescita dei contenuti streaming, si assiste ad un fenomeno di progressivo trasferimento della fruizione di contenuti televisivi attraverso le reti broadband. Si pensi ai fenomeni Sky Q senza parabola, RaiPlay, Discovery+, che hanno integrato o trasferito su la rete BB l’offerta del satellite o del digitale terrestre. Tale fenomeno sarà ancora più evidente quando la soluzione HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband TV) avrà raggiunto un’ampia diffusione, ancor più se associata a trasmissioni ad alta qualità (es. 4K o 8K). HbbTV (Fig.A) è un protocollo che permette ad un normale TV di ultima generazione connesso alla rete Internet di integrare le normali trasmissioni del digitale terrestre con contenuti aggiuntivi fruibili attraverso la rete, ad esempio rivedere un programma dall’inizio oppure un programma trasmesso nei giorni precedenti (catch-up TV).
Figura A: Architettura della soluzione HbbTV
Di recente è stata rilasciata la versione 2 del protocollo che abilita anche la visione di canali che non sarebbero altrimenti disponibili: ad esempio, durante gli ultimi mondiali di calcio in Qatar (fine 2022), la Rai ha abilitato il canale Rai 4K (canale 101) che ha trasmesso le partite in Ultra HD, senza necessità di parabola, ma solamente con una connessione del TV alla rete Internet. Al fine di garantire la qualità percepita dai clienti (in particolare per la fruizione dei contenuti streaming) ed allo stesso tempo migliorare l’utilizzo delle risorse della rete, sono state realizzate diverse soluzioni per la distribuzione del traffico video e dei contenuti di alcuni OTT (soprattutto i grandi generatori di traffico) nella gran parte dei nodi nazionali della rete. Ad esempio, i contenuti VoD (Video on Demand) di alcuni fornitori di contenuti e una gran parte del traffico degli eventi live sono erogati attraverso la CDN di TIM. Il traffico di alcuni grandi OTT (VoD e altro tipo di contenuti) sono erogati principalmente da cache proprietarie o di terze parti, sempre collocate nei nodi nazionali della rete. I contenuti non presenti nelle cache vengono erogati da server esterni alla rete TIM mediante interconnessione con altri operatori (ad oggi Sparkle) o collegamenti diretti (peering) con i fornitori di contenuti. Le soluzioni CDN e cache permettono quindi di evitare ampliamenti capacitivi della rete alta e dell’interconnessione internazionale, mentre i segmenti periferici e la rete di accesso sono sempre impegnati da tutto il traffico che viene erogato verso i clienti. Un’ulteriore modalità di gestione del traffico live nella rete TIM prevede l’utilizzo del protocollo Multicast, che permette la distribuzione dei contenuti live in maniera molto efficiente: viene trasmessa una sola copia del contenuto live su ciascun segmento di rete indipendentemente dalla quantità di clienti che ne fruiscono. L’impiego di tale protocollo risulta per il momento ancora marginale e limitato, per la non completa conformità di tutta la catena impiantistica end-to-end, che comprende, oltre a tutti gli apparati della rete TIM, anche gli elementi gestiti dal fornitore del contenuto (client/APP, server di erogazione).