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18/07/2016 - 11:30
La Sostenibilità della supply chain integra le valutazioni di competitività, analizzando e valutando le modalità di realizzazione del bene e del servizio dal punto di vista sociale ed ambientale ed il suo impatto globale durante l’intero ciclo di vita.
In conformità a tale assunto e in coerenza con i principi di sostenibilità ambientale e sociale adottati da Telecom Italia, è stata definita una policy che regola i rapporti con i fornitori strutturata su tre capitoli: Eticità negoziale, Impegno verso la sostenibilità e Sistema di controllo e una Policy di Green Procurement che fornisce le linee guida tramite cui stabilire i requisiti ambientali dei prodotti/servizi acquisiti.
La rischiosità intrinseca di alcune attività del settore ICT, incrementata dal ricorso all’outsourcing e la delocalizzazione degli stabilimenti produttivi in aree di difficile controllo, ha suggerito l’adozione di strumenti di valutazione della sostenibilità della catena di fornitura, al fine di misurarne e migliorarne il grado di sostenibilità sociale e ambientale e l’aderenza ai principi adottati da Telecom Italia. Tale valutazione è integrata nelle varie fasi di assessment dei fornitori.
A tal fine è stata definita una metodologia per la classificazione dei Mercati di Acquisto, in funzione del potenziale rischio sociale e ambientale ad essi correlato e la selezione, nell’ambito di quelli più a rischio, dei fornitori maggiormente significativi in termini di spending.
Una prima valutazione dei fornitori, tramite survey di auto assessment, ha coinvolto, nel biennio 2011-12, oltre 100 fornitori. Dal marzo 2014, ai fornitori che operano in mercati di acquisto a rischio sostenibilità è richiesto durante la fase di Qualificazione, di compilare un apposito questionario, il cui risultato è utilizzato per abilitare la qualificazione stessa. I fornitori che non superano la soglia di sbarramento non sono ammessi in Albo.
Campagne di verifiche on site presso i fornitori individuati con la metodologia sopra descritta e volte a minimizzare le non conformità rispetto ai principi di responsabilità sociale richiesti da Telecom Italia, sono effettuate annualmente.
Verifiche sui siti produttivi di fornitori e sub-fornitori de-localizzati in aree a rischio sostenibilità, sono regolarmente condotte tramite un’iniziativa denominata Joint Audit Cooperation (JAC) con altri operatori di telecomunicazioni internazionali.
Tale iniziativa è nata nel 2010 tra Telecom Italia, Deutsche Telekom e France Telecom (oggi Orange) con lo scopo di verificare, valutare e promuovere l’applicazione dei principi e delle migliori prassi di Corporate Social Responsibility (CSR) presso i siti produttivi delle più importanti aziende multinazionali del settore delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) da cui essi acquistano prodotti e servizi e offre il vantaggio di poter mettere in comune fra tutti i membri, i risultati degli audit.
La validità dell’iniziativa è testimoniata dal numero di membri che dagli iniziali tre, è via via cresciuto, coinvolgendo una rilevante rappresentanza degli operatori di TLC nel mondo. Oggi i membri del JAC sono 13: 10 europei (i tre fondatori più Proximus, KPN, Swisscom, Vodafone, Telenor, Telia Company e Telefonica) e 3 Nord Americani (Verizon, Rogers e AT&T). Altri operatori hanno espresso interesse all’iniziativa e la loro candidatura sarà valutata nei prossimi mesi.
In ambito JAC, è stata sviluppata una metodologia comune di verifiche degli stabilimenti produttivi, attraverso audit on site, tramite l’uso di una checklist definita sulla base di requisiti e standard internazionali. La metodologia consente la classificazione dei fornitori e dei sub fornitori coinvolti, in quattro fasce di valutazione progressive, da D (poor) a A (excellent). Le non conformità rilevate nell’audit, sono oggetto di un corrective action plan che definisce le azioni e i tempi per la loro sistemazione.
Le aree d’interesse dalle verifiche, in coerenza con l’adesione di Telecom Italia al Global Compact, sono dieci: lavoro minorile, lavoro forzato, salute e sicurezza, libertà d’associazione, discriminazioni, pratiche disciplinari, orari di lavoro, paghe, ambiente ed etica.
Nel periodo 2010-2015, grazie al progressivo incremento del numero dei membri del JAC, sono stati condotti 209 audit – di cui 61 nel solo 2015 -presso stabilimenti produttivi (di fornitori e subfornitori) localizzati in Asia, Centro e Sud America, Nord Africa ed Europa dell’Est. Le verifiche sono state effettuate da società internazionali specializzate, selezionate tramite gara, e hanno riguardato un totale di circa 600.000 lavoratori. I fornitori inclusi nelle campagne di audit appartengono ai comparti di produzione di dispositivi e apparati d’utente, apparati di rete e apparecchiature IT.
Nel corso di tali audit sono state rilevate 1260 non conformità e di queste, 924 sono state chiuse a seguito del positivo esito dei piani d’azione correttivi concordati con i fornitori.
Apposite linee guida (JAC Guidelines) sono state redatte al fine di formalizzare e dettagliare le aspettative del JAC, nei confronti dei fornitori, riguardo ai temi di interesse (lavoro minorile, lavoro forzato, orari di lavoro, remunerazione).
A completamento delle sopra citate linee guida, sono stati sviluppati (con il coinvolgimento di stakeholder rilevanti), opportuni KPI che consentano un più facile monitoraggio dell’aderenza dei fornitori alle Guidelines.
Informazioni più dettagliate sull’iniziativa JAC, sono disponibili nel relativo sito internet.
Maggiori dettagli sul complesso delle iniziative messe in campo nell’ambito della sostenibilità della supply chain, sono descritti nell’annuale Bilancio di Sostenibilità pubblicato da Telecom Italia.
Global Compact
Joint Audit Cooperation