Si riportano di seguito alcune informazioni di cui la Consob, con provvedimento in data 28 novembre 2013, ai sensi dell’art. 114, comma 5, d. lgs. n. 58/1998, ha chiesto la diffusione mediante comunicato stampa da diramare entro l’orario d’apertura dell’MTA del 2 dicembre 2013
Mandatory Convertible Bond
In data 7 e 8 novembre u.s. la Società ha comunicato rispettivamente il lancio e il collocamento da parte della propria controllata totalitaria Telecom Italia Finance S.A. di un prestito obbligazionario, garantito da Telecom Italia, a conversione obbligatoria in azioni ordinarie della medesima, con scadenza novembre 2016 e un controvalore di 1,3 miliardi di euro (Guaranteed Subordinated Mandatory Convertible Bonds due 2016 convertible into ordinary shares of Telecom Italia S.p.A.).
Il prestito era suscettibile di articolazione in due serie, rispettivamente oggetto di conversione in azioni ordinarie e in azioni di risparmio, con dichiarata preferenza peraltro al collocamento di obbligazioni convertende in azioni ordinarie, risultato che la domanda ha ampiamente consentito di ottenere.
Il regolamento del prestito è stato pubblicato successivamente al settlement (15 novembre 2013) ed è consultabile (anche in traduzione in lingua italiana, a solo scopo informativo, con prevalenza del testo originale in inglese in caso di contrasto) all’indirizzo www.telecomitalia.com, dove ugualmente sono disponibili:
- la relazione degli Amministratori all’Assemblea straordinaria del 20 dicembre 2013, illustrativa della proposta di aumento di capitale riservato a servizio del prestito;
- il parere di congruità sul prezzo di emissione delle azioni di compendio, rilasciato dalla società di revisione Pricewaterhouse Coopers S.p.A., ai sensi di legge.
A richiesta della Consob si precisa che l’operazione si è strutturata come prestito offerto in maniera indifferenziata agli investitori qualificati, con espressa indicazione che agli investitori qualificati che fossero già soci e che ne avessero fatta richiesta le banche incaricate del collocamento[1] potessero concedere in sede esecutiva un trattamento prioritario nel processo di allocazione delle obbligazioni.
A seguito del collocamento, risulta che il prestito ha avuto tra i suoi sottoscrittori alcuni enti di cui si è potuta accertare ex post l’iscrizione a libro soci della Società (il cui ultimo aggiornamento generale risale al pagamento del dividendo 2012) per un totale di poco meno di 846 milioni di azioni ordinarie (corrispondenti al 6,303% circa del capitale di categoria). Analogo dato non è disponibile rispetto ai portatori di azioni di risparmio.
Si precisa peraltro:
- che piena coincidenza di denominazione fra ente sottoscrittore e azionista iscritto a libro soci si ha soltanto rispetto a un numero più limitato di soggetti, titolari di circa 768 milioni azioni ordinarie (corrispondenti al 5,726% circa del capitale di categoria);
- che i limiti intrinseci delle evidenze a libro soci (comunque non aggiornate in tempo reale) e la natura differenziata dei sottoscrittori del prestito (fra i quali alcune società di gestione del risparmio) rende impossibile l’identificazione del numero di azioni della Società di cui siano effettivamente beneficial owner e/o possano direttamente o indirettamente disporre i gruppi economici in cui sono eventualmente inseriti;
- che la Società ritiene pertanto ampiamente sottostimate le percentuali indicate.
L’applicazione del trattamento prioritario nel processo di allocazione è stata richiesta da un totale di tre sottoscrittori e il trattamento è consistito in una priorità, per l’azionista che si dichiarasse tale, nell’allocazione dell’ordine rispetto agli ordini di investitori non azionisti: le banche incaricate hanno assegnato all’investitore azionista un ammontare di titoli esattamente in linea con la sua richiesta.
A chiedere detto trattamento in relazione a un ordine di 103 milioni di euro è stata anche Telefónica S.A., come da informazioni di pubblico dominio principale azionista del socio di riferimento Telco S.p.A., titolare del 22,387% del capitale ordinario di Telecom Italia. A sua volta, Telefónica S.A. dispone del 66% del capitale complessivo di Telco S.p.A. e del 46,18% del suo capitale con diritto di voto; non è peraltro direttamente iscritta nel libro soci di Telecom Italia.
Consob richiede altresì di indicare le motivazioni per le quali ad alcuni investitori qualificati statunitensi è stato concesso di sottoscrivere il prestito, benché la comunicazione finanziaria diffusa dalla Società in data 7 novembre precisasse che il collocamento sarebbe avvenuto al di fuori degli Stati Uniti d’America (come previsto dalla Regulation S, ai sensi del U.S. Securities Act del 1933, come modificato), oltre che di Australia, Canada e Giappone. Il riferimento è a BlackRock, che – come riportato anche dalla stampa – ha investito 200 milioni di euro nella sottoscrizione del prestito, risultando il primo tra i suoi sottoscrittori, per una quota pari al 15,38% del totale.
Al riguardo si rappresenta che, in sede di bookbuilding, l’asset manager ha manifestato alle banche incaricate del collocamento il proprio interesse a sottoscrivere i titoli emessi da Telecom Italia Finance S.A. utilizzando una entity collocata negli USA, con quello che è risultato il maggiore tra gli ordini raccolti.
Date
- l’elevata qualità dell’investitore (che, quale BlackRock Inc., in data 8 ottobre 2013 ha dichiarato alla Consob un possesso a titolo di gestione non discrezionale del risparmio pari al 5,133% del totale delle azioni ordinarie Telecom Italia, tramite una pluralità di controllate o fiduciarie titolari dirette della partecipazione, come da informazioni a disposizione sul sito www.consob.it) e
- la circostanza che esso si è reso disponibile ad acquistare i titoli nonostante l’assenza di un’offerta registrata negli USA, in virtù di una esenzione richiamata anche nel disclaimer in calce al comunicato che annunciava il lancio dell’iniziativa, in base a ovvie considerazioni di opportunità e convenienza è stato permesso singolarmente a BlackRock di accedere all’allocazione finale.
Quanto alla destinazione dei proventi del convertendo, come illustrato nella relazione degli Amministratori, la Società si è concentrata sulla strutturazione di uno strumento che, unitamente alla vendita degli asset argentini (sulla quale cfr. infra), garantisse immediata certezza di rafforzamento patrimoniale e, affiancato alle altre misure presentate in concomitanza con il Piano Industriale 2014-2016:
- incrementasse la flessibilità finanziaria del Gruppo, riducendo al contempo le necessità di rifinanziamento e i relativi rischi;
- consentisse di fronteggiare con la necessaria prudenza la mutata situazione di rating e il passaggio a sub-investment grade, mantenendo un’adeguata riserva di liquidità;
- garantisse l’opportunità di valutare con maggiore tranquillità le opzioni per un’ulteriore riduzione del debito, in funzione anche dell’andamento aziendale.
Un prestito obbligazionario a conversione obbligatoria è stato ritenuto lo strumento più efficace per il conseguimento di questi obiettivi. Il suo contributo al rafforzamento patrimoniale del Gruppo si realizzerà al momento della conversione in azioni della Società, fisiologicamente a scadenza (novembre 2016). Nel frattempo, la liquidità derivante dal suo collocamento, restando nella disponibilità dell’emittente Telecom Italia Finance S.A., verrà investita nel rispetto delle policy di Gruppo, con investimenti caratterizzati da un livello di rischio medio-basso in strumenti del mercato monetario (quali depositi, euro commercial paper e fondi monetari) e/o obbligazionario (quali titoli di stato e corporate bond).
Si segnala infine che la Consob ha altresì richiesto la comunicazione al pubblico delle seguenti informazioni:
- la ricostruzione cronologica del processo decisionale che ha portato all’approvazione dell’operazione di emissione del prestito convertendo, con aumento di capitale riservato al suo servizio;
- le valutazioni della Società e del Collegio Sindacale in merito alla tempistica e alle modalità di coinvolgimento dell’Assemblea dei soci Telecom Italia per l’emissione del convertendo, per la definizione del rapporto di cambio e del periodo e delle modalità di conversione delle obbligazioni, per l’aumento del capitale sociale a servizio del prestito e per l’esclusione del diritto di opzione;
- le considerazioni della Società e del Collegio Sindacale sulla rilevanza dell’operazione di sottoscrizione del prestito convertendo da parte di Telefonica S.A., con riferimento alle disposizioni in materia di operazioni con parti correlate.
Alla richiesta si ottempererà alla conclusione dell’iter consiliare di cui il Comitato per il controllo e i rischi della Società ha chiesto l’esperimento in relazione al profilo della sottoscrizione del prestito da parte di soggetti che si qualificano come parti correlate a Telecom Italia, che è previsto si concluda in occasione della riunione consiliare convocata per il giorno 5 dicembre 2013.
Cessione di Telecom Argentina
Il 7 novembre 2013 la Società ha comunicato che il Consiglio di Amministrazione in quella data ha altresì esaminato un’offerta per la partecipazione diretta e indiretta detenuta dal Gruppo in Telecom Argentina S.A., conferendo mandato al management di finalizzare l’operazione alle condizioni che ritenesse nel migliore interesse della Società. La conferma di detto mandato, in esito a riunione consiliare convocata per approfondire il processo di cessione, è stata fatta oggetto di comunicazione al pubblico il giorno 11 novembre, con successiva, ampia disclosure in merito all’accettazione dell’offerta proveniente dal gruppo Fintech, alla sottoscrizione degli accordi di cessione dell’intera partecipazione detenuta in Telecom Argentina, direttamente ed attraverso Telecom Italia International N.V., Sofora Telecomunicaciones S.A., Nortel Inversora S.A. e Tierra Argentea S.A., nonché ai relativi termini e ai suoi effetti (cfr. comunicato stampa diffuso nella prima mattina del 14 novembre 2013).
Come da richiesta della Consob, si ribadisce che, ai sensi dei contratti perfezionati per la dismissione, Telecom Italia percepirà corrispettivi per un importo complessivo di 960 milioni di dollari. La partecipazione detenuta indirettamente da Telecom Italia in Telecom Argentina è composta da più pacchetti azionari posseduti attraverso diverse società, che complessivamente danno luogo a un’interessenza economica di Telecom Italia nella Business Unit Argentina del 22,7%.
Le valutazioni di merito circa la congruità dell’offerta di Fintech si sono basate sulle analisi condotte sul valore dell’asset sottostante attraverso le consuete metodologie valutative, vale a dire il Discounted Cash Flow (sia su proiezioni interne sia su quelle derivanti dal consensus degli analisti) e i benchmark di mercato quali multipli (“comparable companies & transactions”), quotazioni di borsa (in particolare quelle degli American Depositary Receipts – ADR di Telecom Argentina al New York Stock Exchange) e opinioni degli analisti finanziari pubblicate nei research reports dedicati a Telecom Italia e Telecom Argentina. Nell’adozione della decisione di cedere la partecipazione si è anche tenuto conto della notevole complessità del contesto e dello scenario macroeconomico locali, delle difficoltà che questo comporta per un investitore internazionale, nonché delle priorità strategiche di Telecom Italia in termini di piani di investimenti e di deleverage.
Le valutazioni di congruità dell’offerta Fintech sono state supportate da fairness opinion rilasciata da Citigroup in qualità di advisor finanziario che ha assistito il Gruppo Telecom Italia nell’asseveramento dell’operazione. Per parte sua il Comitato per il controllo e i rischi di Telecom Italia ha altresì acquisito una fairness opinion da Barclays Group, riferendo al Consiglio di Amministrazione l’opinione del consulente secondo cui il corrispettivo complessivo pattuito risultava ragionevole e giustificato.
La Consob chiede altresì specifica disclosure in ordine al coinvolgimento nella vicenda di parti correlate, con specifico riferimento a Telefónica S.A. e ad Assicurazioni Generali S.p.A., fornendo le proprie considerazioni in merito all’applicabilità all’operazione della disciplina sulle operazioni con parti correlate e della disciplina in materia di interessi degli Amministratori nonché alle modalità con le quali, in concreto, tali discipline sono state eventualmente applicate.
Al riguardo, si precisa che in data 7 novembre 2013 il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha esaminato l’offerta ricevuta da Fintech in sede di riunione separata, dunque senza la convocazione né la partecipazione ai lavori dei Consiglieri Cesar Alierta e Julio Linares (rispettivamente Presidente e Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Telefónica S.A.), come da “Procedura per l’attuazione degli impegni assunti a far data dal 13 ottobre 2010 con la Comisión Nacional de Defensa de la Competencia” argentina, consultabile all’indirizzo www.telecomitalia.com.
A valle di ampia discussione, sulla scorta dell’illustrazione ricevuta, oltre che delle considerazioni svolte dal Comitato per il controllo e i rischi (che dell’operazione era stato informato in data 30 ottobre, determinandosi a richiedere a Barclays la fairness opinion citata, e aveva istruito la vicenda con il supporto dell’advisor e del management in data 6 novembre 2013), il Consiglio di Amministrazione ha conferito mandato di finalizzare l’operazione alle condizioni ritenute nel migliore interesse della Società, come da comunicato stampa diffuso la sera del 7 novembre. La deliberazione è stata assunta all’unanimità dei presenti, Consiglieri Aldo Minucci – Vice Presidente, Marco Patuano – Amministratore Delegato, Lucia Calvosa, Gabriele Galateri, Renato Pagliaro, Angelo Provasoli, Mauro Sentinelli e Luigi Zingales (assenti i Consiglieri Tarak Ben Ammar, Massimo Egidi, Jean Paul Fitoussi, Gaetano Miccichè; non partecipanti, come sopra, i Consiglieri Cesar Alierta e Julio Linares).
Nel corso del dibattito, il Consigliere Galateri, anche nella sua qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali S.p.A., ha rappresentato l’esistenza di relazioni fra il Gruppo Generali e il Gruppo Werthein (azionista indiretto di Telecom Argentina, in quanto consocio di minoranza di Telecom Italia nel veicolo Sofora, per il cui tramite Telecom Italia esercita il controllo su Telecom Argentina), segnalando in particolare la presenza di un credito del primo nei confronti del secondo. Per trasparenza e cautela, il Consigliere Galateri ha peraltro invitato a effettuare un’ulteriore verifica presso gli uffici di Assicurazioni Generali.
Nella mattina di venerdì 8 novembre, la verifica è stata effettuata, acquisendo i dettagli e l’evoluzione della relazione contrattuale intercorrente tra il Gruppo Generali e il Gruppo Werthein. L’Amministratore Delegato ha conseguentemente indirizzato al Consigliere Galateri l’invito a integrare, se necessario, le informazioni così acquisite, aggiungendo che – sulla base delle medesime – si sarebbe esclusa la presenza di profili significativi d’interesse da considerare in vista dell’eventuale conclusione della cessione a Fintech della partecipazione del Gruppo in Argentina e così pure di correlazioni tali da suggerire un ulteriore approfondimento. La comunicazione è stata trasmessa per conoscenza al Presidente del Collegio Sindacale e al Consigliere Fitoussi, visto l’interim da questi ricoperto nella presidenza del Comitato per il controllo e i rischi.
Informati della situazione dal Consigliere Fitoussi,
- il Consigliere Calvosa (componente del Comitato per il controllo e i rischi) ha comunicato che, avendo in riunione evidenziato come condizionante la totale estraneità dei soggetti coinvolti nell’operazione rispetto ai soci Telco, alla luce dei nuovi elementi emersi il suo voto doveva intendersi contrario;
- il Consigliere Zingales (anche lui componente del Comitato per il controllo e i rischi) ha chiesto di non procedere alla finalizzazione dell’operazione fino a completo chiarimento della vicenda.
Alla luce di tutto quanto sopra, Vice Presidente e Amministratore Delegato hanno ritenuto opportuno riconvocare il Consiglio di Amministrazione (ancora una volta in riunione separata, e dunque con esclusione dei Consiglieri Cesar Alierta e Julio Linares, come sopra) in data 11 novembre 2013, per condividere con il plenum del Consiglio di Amministrazione i dettagli sulla portata dell’interesse rispetto all’operazione riconducibile al Consigliere Galateri, nella sua qualità di Presidente di Assicurazioni Generali.
Il Consiglio di Amministrazione dell’11 novembre 2013, preso atto dei chiarimenti ricevuti dal Consigliere Galateri, ha convenuto
- che la fattispecie non fosse connotata dalle caratteristiche proprie delle operazioni con parti correlate;
- che, anche alla luce della disclosure integrativa effettuata dal Consigliere Galateri in merito all’interesse nell’operazione di Assicurazioni Generali S.p.A., la cessione fosse conveniente per Telecom Italia, confermando pertanto il mandato già conferito in data 7 novembre 2013.
La deliberazione è stata assunta con il voto favorevole dei Consiglieri Aldo Minucci – Vice Presidente, Marco Patuano – Amministratore Delegato, Massimo Egidi, Jean Paul Fitoussi, Gabriele Galateri, Gaetano Miccichè, Renato Pagliaro, Mauro Sentinelli; contrari i Consiglieri Lucia Calvosa e Luigi Zingales; assenti i Consiglieri Angelo Provasoli e Tarak Ben Ammar; non partecipanti i Consiglieri Cesar Alierta e Julio Linares.
Il Consigliere Calvosa ha motivato il suo voto contrario sulla scorta della mancanza di terzietà della controparte, già posta come condizione del suo voto favorevole nella riunione del 7 novembre 2013, e richiamando i rilievi in detta sede sollevati. Il Consigliere Zingales ha argomentato il suo voto contrario adducendo di non ritenersi sufficientemente informato per l’adozione della decisione.
Tanto premesso, la Società ritiene che la vendita non si qualifichi come operazione con parte correlata, per mancanza del presupposto di fatto della correlazione con Telecom Italia delle controparti contrattuali, e più precisamente per l’assenza di alcun tipo di trasferimento di risorse, diretto o indiretto, tra Telecom Italia e sue parti correlate, che rappresenta il requisito contemplato dall’ordinamento per configurare un’operazione come “con parti correlate” nel significato contemplato dal Codice Civile e dal Regolamento Consob n. 17221/2010 in materia.
Di contro, è pacifica la sussistenza di interessi, sia pure indiretti, degli amministratori, e ciò
- sia rispetto ai Consiglieri Alierta e Linares, con riferimento a Telefónica S.A., il cui interesse tuttavia non comporta l’attivazione della disciplina civilistica in tema di interessi degli amministratori, essendo stato riconosciuto per così dire ex ante e una tantum, e determinando conseguentemente l’applicazione degli specifici e assorbenti presidi procedurali adottati dal Consiglio di Amministrazione in via di autodisciplina: cfr. la citata “Procedura per l’attuazione degli impegni assunti a far data dal 13 ottobre 2010 con la Comisión Nacional de Defensa de la Competencia”;
- sia rispetto al Consigliere Galateri, con riferimento ad Assicurazioni Generali S.p.A., il cui interesse ha invece attivato l’applicazione della relativa disciplina civilistica, con la disclosure resa nella riunione del 7 novembre e completata nell’incontro appositamente convocato dell’11 novembre 2013 in cui, a valle della spendita dei dettagli dell’interesse extrasociale del Consigliere rispetto all’iniziativa, il plenum consiliare ha confermato la deliberazione già a suo tempo assunta, nel senso dell’ampio mandato alla finalizzazione della vendita.
Oltre che alla Società, la Consob ha chiesto anche al Collegio Sindacale di fornire le proprie considerazioni in merito all’applicabilità all’operazione della disciplina sulle operazioni con parti correlate e della disciplina in materia di interessi degli Amministratori. Dette considerazioni sono riportate di seguito integralmente.
[1] Vale a dire BNP Paribas, J.P. Morgan Securities plc, Morgan Stanley & Co. International plc quali Joint Global Co-ordinators and Joint Bookrunners; Citigroup Global Markets Limited, Credit Suisse Securities (Europe) Limited, Deutsche Bank Ag (London Branch), Banca Imi S.p.A, Mediobanca - Banca di Credito Finanziario Società per Azioni, Ubs Limited, Unicredit Bank Ag (Milan Branch) quali Co-Bookrunners.