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Agricoltura di precisione

Le tecnologie digitali per l'agroalimentare sostenibile

Gli accordi di TIM con Confagricoltura, Coldiretti e Bonifiche Ferraresi aprono nuovi scenari per la smart agriculture italiana. Mai come in questo momento si avverte il bisogno di ridurre il digital divide nelle aree rurali e interne del nostro Paese.

27/09/2020 - 16:55

Ogni volta che ci imbattiamo nei termini "Smart Farming" o "Smart Agriculture" pensiamo immediatamente alla tecnologia e all'impatto della trasformazione digitale nelle aree rurali, soprattutto in chiave di una migliore efficienza produttiva.

Questo è corretto solo in parte: da un lato, infatti, la trasformazione tecnologica delle aree rurali coniuga le pratiche tradizionali con le soluzioni più avanzate, ma il vero obiettivo è migliorare la produzione in un'ottica di sostenibilità. Questo approccio è ormai largamente condiviso anche nella cultura del lavoro agricolo: nessuno meglio di un agricoltore sa che un raccolto frutto di pratiche sostenibili è nell'interesse di tutto l'ecosistema, quello di cui la propria azienda è per quota parte responsabile. E qui è esattamente dove interviene la tecnologia, per assicurare una agricoltura intelligente nel senso più ampio del termine.

Secondo gli ultimi dati dell'osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, nel 2019 il mercato delle soluzioni digitali nell'agroalimentare ha raggiunto i 450 milioni per il 2019, con una crescita del 22% rispetto al 2018. 

Si tratta di numeri importanti per un settore che per ragioni storiche e di struttura produttiva non si distingueva per una alta propensione all'innovazione. Occorre aggiungere che nella maggior parte dei casi le aziende agroalimentari appartengono al tipico tessuto produttivo italiano, costituito da piccole e medie imprese, che trovavano nel digital divide e nel costo di queste soluzioni importanti barriere all'accesso.

Molti di questi fattori stanno rapidamente cambiando. Non solo gli operatori di rete stanno compiendo grandi sforzi per portare la connettività a larga banda nelle aree rurali, ma soprattutto sono sempre più impegnati in progetti di partnership con le realtà del mondo agricolo, sia a livello istituzionale sia associativo.


Crescita del mercato globale nelle varie aree del mondo. (Statista & Statista, 2020)

Con l'obiettivo di sostenere gli imprenditori agricoli nella ripresa economica, tecnologica e sociale nel periodo post-Covid, TIM e Confagricoltura hanno recentemente stretto un accordo per lo sviluppo della smart agriculture nel nostro Paese grazie all’avvio del progetto ‘Agritech Innovation Hub'.

A questo scopo sarà costituita una Fondazione partecipata da attori istituzionali e partner di rilievo nazionale interessati all'adozione di tecnologie innovative a condizioni particolarmente vantaggiose per gli operatori del settore.

Sarà creata una specifica piattaforma per la digitalizzazione dei servizi e la gestione dei dati, per la creazione di offerte integrate e personalizzate immediatamente a disposizione degli imprenditori agricoli. Il progetto prevede anche una serie di interventi di formazione sui processi di digitalizzazione, attraverso il programma Operazione Risorgimento Digitale, specialmente rivolti agli associati Confagricoltura.

Il tema della digitalizzazione delle aree interne e rurali è al centro di questo accordo, perché favorirà la diffusione della fibra e dei servizi connessi presso le imprese agroalimentari che producono, trasformano e commercializzano beni e servizi essenziali.

Grazie a tecnologie come il 5G e l’Internet of Things sarà possibile mettere a loro disposizione applicazioni come: 

  • i sensori da campo, che vengono piantati nel terreno o installati sulle piante e rilevano di continuo parametri come l’umidità, l’acidità o la temperatura del suolo
  • i trattori  connessi in grado di muoversi in autonomia sui campi per arare, seminare o dissodare.
  • collari e tag smart applicati al bestiame che permettono di acquisire continuamente i parametri biometrici dei capi a dimora nelle stalle o allevati all’aperto
  • droni, dotati di telecamere, sensori multispettrali e sistemi di geolocalizzazione GPS,  per acquisire dati utili per ricavare ortofoto, indici di vigore e mappe di prescrizione che aiutano a capire lo stato di salute delle colture e la quantità di semi, concime e fitosanitari da distribuire.
Questi sono solo alcuni esempi di soluzioni già in uso nelle aree più avanzate, che attendono solo di essere dispiegate su larga scala nel nostro Paese.

 

Ovviamente, come abbiamo visto, tutto questo è possibile solo con il definitivo superamento del digital divide tra città e campagne. L’emergenza coronavirus ha rivelato l'importanza di questo obiettivo nel rendere ancora più competitivo il Made in Italy agroalimentare.  La digitalizzazione del settore permette infatti di accompagnare la riduzione dei costi a un aumento della produttività nel rispetto dei più stringenti standard di sostenibilità ambientale. Per questo, nei primi giorni di Settembre abbiamo stipulato un altro accordo strategico con Coldiretti e Bonifiche Ferraresi, una delle più grandi aziende agricole italiane.

I due pilastri di questo accordo sono:

  • La possibilità - grazie all'intesa con TIM -  di offrire la lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, sulla fertilità dei terreni e sullo stress idrico su Demetra, il Portale del Socio della Coldiretti grazie all’intesa con TIM.
  • La valorizzazione dei sistemi di commercio elettronico attraverso la Piattaforma di Coldiretti Campagna Amica, la grande rete di vendita diretta con oltre 1.300 mercati sparsi nella penisola. 

L'intesa è volta, anzitutto, a valorizzare le grandi potenzialità dell’offerta turistica ed enogastronomica delle campagne: ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali, infatti,  nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti (dati Coldiretti-Symbola), e la digitalizzazione di queste aree è unanimemente considerata la premessa  per il loro rilancio economico.

 

 

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