Per anni abbiamo faticato ad associare sensori, droni, elaborazione di dati in tempo reale a uno dei settori più tradizionali della nostra economia, l’agricoltura. Nel giro di poco tempo tutto è cambiato. Le aziende leader della nostra produzione agroalimentare hanno dimostrato che la tradizione può essere facilmente coniugata con l’innovazione, creando valore. È il caso della Cantina Voerzio Martini, che nei suoi oltre 12 ettari di vigne produce alcuni dei migliori vini delle Langhe piemontesi, e in particolare il Barolo, rinnovando la tradizione dell’originaria Gianni Voerzio di La Morra (CN), fondata nel 1939. Con questa storica azienda agricola TIM ha avviato una sperimentazione che fa ricorso a diverse tecnologie: dalle soluzioni IoT all’impiego di droni per l’acquisizione e la rilevazione in tempo reale dei dati sui raccolti, fino all’intelligenza artificiale. È la prima volta per un vigneto in Italia.
Raccogliere e analizzare i dati per coniugare qualità e sostenibilità
Quella Voerzio Martini può essere definita una vigna “connessa”. Una grande quantità di dati viene raccolta senza sosta, sia che si tratti di quelli trasmessi da sensori fissi, installati direttamente tra i filari, sia che provengano dai droni che raccolgono le informazioni in mobilità. Questi ultimi, in particolare, sono dotati di speciali camere che possono registrare lunghezze d’onda diverse da quelle della luce visibile ed evidenziare così in anticipo quegli stati di sofferenza delle piante che potrebbero indicare l’imminente sviluppo di malattie o parassiti. È questa l’essenza della “agricoltura di precisione”: l’analisi dei dati permette di tenere sotto costante controllo i parametri climatici e del terreno, di monitorare lo stato di salute della coltura, e di determinare la necessità di irrigazione o di integrazione dei nutrienti del terreno, eliminando così il rischio di sprechi di acqua irrigua o fertilizzanti.
Puntare sulla blockchain per la certificazione di origine
Tutte le informazioni sono garantite e protette all’interno della piattaforma blockchain di TIM. Questo permette di certificarle, assicurandone così l’origine e la sicurezza, attribuendo una sorta di marchio DOCG (Dato di Origine Certificata e Garantita) immutabile nel tempo. Si tratta di un aspetto cruciale per la corretta applicazione della Farm to Fork, uno dei pilastri del Green Deal europeo, che mira a rendere il sistema di produzione alimentare in Europa sostenibile lungo tutta la catena produttiva dal campo alla tavola, per rafforzarne la resilienza e la sicurezza.
Accedere ai dati e inviare comandi attraverso un'unica applicazione in cloud.
Tutti i dati raccolti nella vigna possono essere visualizzati grazie a un’applicazione di facile utilizzo, fruibile tramite una interfaccia web. La soluzione sviluppata da TIM è infatti basata su una piattaforma cloud che offre un sistema completo di strumenti e informazioni disponibili da pc, smartphone o tablet. Inoltre, l’applicativo è predisposto per l’invio di comandi di attuazione utili ad automatizzare i processi (ad esempio irrigazione, copertura serre, etc.) sulla base dei parametri rilevati e per alimentare, con i dati raccolti, innovativi sistemi di machine learning.
La sperimentazione nei vigneti del Barolo è la prima tappa del progetto TIM Smart Agriculture. Insieme alle recenti intese che abbiamo siglato con Coldiretti e Confagricoltura, sono la testimonianza dell’importante sforzo che TIM sta compiendo per il superamento del digital divide nel Paese, a partire da quei territori e quei settori che costituiscono la vera ricchezza della nostra economia.