Internet ha rivoluzionato il mondo. O meglio: una parte di esso. Nel pianeta, infatti, solo il 53% della popolazione è un utente di internet ed è quindi in grado di beneficiare dei vantaggi della rete. Una percentuale più bassa di quella che potremmo immaginare e che è causata principalmente da due fattori.
Il primo è il digital divide tra le diverse nazioni e continenti, un divario causato principalmente da differenze a livello infrastrutturale. Dal 94% di utenti internet dell’Europa del Nord si passa infatti al 68% dell’America del Sud e al 36% dell’Asia Meridionale, arrivando fino alle zone dell’Africa Centrale in cui la penetrazione della rete si ferma al 12% (fonte: report We Are Social).
Queste disparità sono causate principalmente da fattori economici e dalla mancanza di infrastrutture adeguate in alcune aree del mondo, che quindi ancora oggi faticano a entrare appieno nella nuova era digitale. Ma c’è una seconda forma di digital divide che ci riguarda più da vicino: quella interna alle nazioni. È il divario che può presentarsi tra le zone più urbanizzate di un paese e quelle più rurali, tra la fascia di popolazione più giovane e quella più anziana e altro ancora.
Anche negli Stati Uniti, nazione pioniera di internet, il 12% della popolazione ancora oggi non ha mai utilizzato la rete. Si tratta, nel 34% dei casi, di persone over 65, mentre la percentuale crolla al 2% se si prende in considerazione chi ha tra i 18 e 40 anni (fonte: Pew Research). E in Italia? Le cose da noi vanno un po’ peggio: circa il 21% degli italiani infatti non utilizza la rete (fonte: Eurostat). Non solo: l’Italia è al 24° posto su 28 per quanto riguarda l’adozione del digitale. Vale a dire che più di un quarto delle famiglie non dispone di PC e meno di 4 italiani su 10 fanno acquisti online (fonte: Istat, Eurostat). E questo nonostante l’80% delle case italiane siano raggiunte dalla banda ultralarga e il 99% del territorio nazionale sia coperto dal 4G.
Anche in questo caso, la fascia di popolazione meno connessa è quella composta da donne e uomini over 50, spesso con una bassa scolarizzazione e che abitano per lo più nei centri minori. Ma perché è importante che la trasformazione digitale coinvolga una parte sempre crescente di cittadini? Per esempio, perché una percentuale significativa di italiani che non utilizza i servizi online costringe la pubblica amministrazione a restare prevalentemente analogica, con tutto ciò che ne consegue in termini di costi e di efficienza. O ancora perché non consente di sfruttare appieno le potenzialità della internet of things e del 5G.
Queste sono solo alcune delle ragioni per cui è importante sviluppare l’educazione digitale e permettere all’Italia di diventare in tutto e per tutto una smart nation: più efficiente, più rapida, più semplice. In una parola: più connessa. Tra i programmi che puntano proprio a diffondere internet nel nostro paese ce n’è uno organizzato da TIM, chiamato Risorgimento Digitale.