Avvicinate il volto allo schermo del computer o dello smartphone e fate un occhiolino quando il software vi dà il comando. Fatto? Congratulazioni, avete appena completato un acquisto via “selfie-pay”. Non è l’inizio di una puntata di Black Mirror, ma un sistema di pagamento online che sta rapidamente diventando realtà. Il concetto è semplice: invece di digitare i dati della carta di credito, o di inserire la password di PayPal, alcuni avveniristici sistemi permettono di pagare utilizzando i nostri dati biometrici (attraverso il riconoscimento facciale o utilizzando le impronte digitali) per dare il via libera alla transazione. Il software, in questo modo, riesce a verificare le generalità del cliente, evitando truffe e anche la possibilità di clonare la carta di credito. Il “selfie-pay”, comunque, è solo uno dei tanti sistemi di pagamento senza carta di credito che i colossi dell’e-commerce e del fintech stanno da tempo progettando. Lo scopo è sempre lo stesso: semplificare al massimo i pagamenti digitali (e non solo quelli online) per espandere il loro utilizzo e rendere le transazioni sempre più rapide ed efficaci.
Un altro esempio dei vari metodi utilizzati oggi per i pagamenti è quello incorporato negli smart-fridge, che consentono di acquistare ciò che serve cercandolo, ordinandolo e pagandolo direttamente dal suo display. In maniera simile, oggi possiamo acquistare online utilizzando smart speaker come Amazon Echo o Google Home. Almeno per il momento, però, il modo più comodo di utilizzare dispositivi digitali per effettuare pagamenti (online e nei negozi) è sicuramente lo smartphone.
Da questo punto di vista, TIM Pay è l’innovativo servizio dedicato a tutti i clienti TIM – sviluppato in partnership con l’italiana HYPE – che permette non solo di pagare usando il telefono (grazie all’abilitazione di Google Pay e Apple Pay), ma anche di scambiare denaro con i propri amici, inviare e ricevere bonifici, consultare il saldo e la lista delle transazioni e molto altro ancora. L’accesso può essere eseguito tramite sofisticati sistemi biometrici che sfruttano, anche in questo caso, il riconoscimento facciale o le impronte digitali. In questo modo, non solo la gestione di TIM Pay diventa estremamente facile, ma è praticamente impossibile violare i nostri conti. Non solo: si può anche richiedere gratuitamente la carta fisica di TIM Pay, che consente di prelevare gratuitamente negli sportelli automatici di tutta Europa.
Di fronte a tutte queste innovazioni, il pagamento con contanti è destinato a diventare una pratica sempre più obsoleta. Lo dimostrano anche i numeri dell’Osservatorio Mobile Payments del Politecnico di Milano: nel 2018 i pagamenti con carta in Italia sono saliti a 240 miliardi di euro, pari al 37% dei pagamenti delle famiglie italiane con una crescita del +9%. Il numero di transazioni annuali pro capite effettuate con carta è oggi di 69,6 rispetto alle 60 del 2017. Coerentemente con uso sempre più diffuso, calano anche gli importi medi, che sono passati dai 60 euro per transazione del 2017 ai 57 del 2018. Siamo ancora molto lontani dai numeri di altre nazioni europee, ma la tendenza è evidente; soprattutto se si considera come i pagamenti effettuati tramite carte contactless siano cresciuti del 100% in un solo anno; mentre quelli eseguiti con smartphone addirittura del 650% (ma il valore totale delle transazioni è ancora abbastanza limitato: 530 milioni di euro, contro i 47 miliardi del contactless). Nonostante il trend positivo, l’Italia è uno dei paesi più legati al contante.
Nell’Europa del nord, invece, la situazione è molto diversa: nei Paesi Bassi il 60% del numero di transazioni è digitale, mentre in Belgio il 93% del valore totale dei consumi avviene con carta di credito. C’è solo un paese nord-europeo che fa eccezione: la Germania, dove il 75% dei pagamenti avviene ancora con contante. La ragione non va cercata, ovviamente, nella mancanza di servizi tecnologici a Berlino, Monaco e Francoforte, ma nella storica diffidenza dei tedeschi nei confronti del pagamento con carta di credito, che, in questo, li rende curiosamente simili agli abitanti dell’Europa mediterranea. Questa diffidenza è però destinata a venir meno, sconfitta da efficienza, comodità e sicurezza.
Non solo: tra i tanti vantaggi dei pagamenti digitali c’è anche il guadagno per le casse dello stato. Come noto, i pagamenti attraverso carta e gli altri sistemi digitali rendono sempre più difficile l’evasione fiscale; inoltre, riducono anche i cosiddetti “costi nascosti” del contante, ovvero le spese relative alla gestione di monete e banconote: la produzione, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza, le assicurazioni legate ai contanti. Secondo uno studio della BCE, l’Italia spende ogni anno lo 0,52% del suo pil (8 miliardi di euro) per produrre e gestire il denaro contante (130 euro per ogni cittadino italiano). Insomma, più cresce l’utilizzo dei pagamenti digitali, meno denaro viene sprecato. E tutti quanti ci guadagniamo.