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Redazione ufficio stampa

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Partendo dal punto di forza che è la connettività, TIM con la sua strategia di evoluzione della rete va oltre i l delivering della connettività per sviluppare nuovi concetti che siano capability da aggregare tra di loro e alla connettività stessa. Queste capability sono implementate nella rete TIM tramite le cosiddette Digital Platforms (piattaforme abilitanti) e fanno sì che la rete stessa nella sua interezza diventi una piattaforma (Network Platformization, ossia modello Telco as a Platform). Quelle che oggi sono le soluzioni proposte ai clienti, ovvero i “servizi”, sempre più nel prossimo futuro coinvolgeranno capability di TIM e capability messe a disposizione da partner, in un ecosistema che comprende quindi TIM, attori provenienti da settori complementari al mondo delle telecomunicazioni e gli stessi clienti business. Solo così tutti i componenti dell’ecosistema potranno co-creare nuovi modelli di business e casi d’uso innovativi sia per i l segmento consumer sia per le imprese (modello di business multi-side). Il tema delle Digital Platforms ha visto in questi anni in TIM un investimento continuo, che porta oggi l’azienda a disporre di un ampio portafoglio di offerta di capability, che spazia da ambiti consolidati (es. Messaging, Positioning, Mobility Pattern Analytics, Authentication, …) sino ad abbracciare le tecnologie più innovative, inizialmente nate come soluzioni prototipali e oggi disponibi li in realizzazioni commerciali (es. IoT, Video Monitoring, Video Analysis, Smart Cities, Extended Reality, …) o che lo saranno in un prossimo futuro (es. Massive IoT, Cloud Robotics, V2X, …).
Alcune di queste saranno illustrate in questo numero del “Notiziario Tecnico TIM”. Ma per arrivare ad una vera Network Platformization, non bastano le piattaforme abilitanti. Una componente fondamentale per questo percorso è una strategia di API-ization, che TIM ha già avviato da anni e che oggi le permette di avere un’ampia gamma di API (Application Programming Interface) di rete esposte attraverso la piattaforma TIM Network Capabilities Exposure, disaccoppiando la complessità interna dei sistemi e garantendo l’esposizione di funzionalità avanzate in maniera semplice e sicura. Questa piattaforma di esposizione, che includerà nel prossimo futuro anche i l 5G NEF (Network Exposure Function), è fondamentale nell’ecosistema di partner, al fine di renderlo “easy-to-join”.
Per sfruttare appieno il potenziale del modello Telco as a Platform, l’infrastruttura dove risiedono le Digital Platforms, quindi la rete stessa nella sua accezione più ampia, deve essere un ambiente automatizzato e dinamico, in grado di fornire risorse dedicate, sicure e affidabili e che possano essere personalizzate in risposta alle esigenze dinamiche di ciascuno servizio durante i l suo ciclo di vita. La Cloudification è i l principale abilitatore per perseguire questa flessibilità, trasformando la rete in una Cloud Native Platform.
In questa trasformazione, che in TIM è nel suo momento apicale, non ha tanto senso parlare di Edge Cloud, Cloud Computing, Public Cloud, Private Cloud, … dal momento che l’infrastruttura Cloud di TIM si prepara a diventare un Telco Edge Cloud Continuum, dove i l cloud “tradizionale” si trova al centro e l’Edge lo completa irradiandosi verso le “estremità” della rete, in un continuum dove i workload verranno eseguiti ovunque sia più sensato eseguirli e i diversi ambienti lungo il continuum lavoreranno insieme per fornire le giuste risorse per l’attività in corso, risorse nativamente flessibi li e adattabili alle esigenze attuali e future.
Ma la Cloudification da sola non basta, è fondamentale il concetto di Automation. Al fine di massimizzare i vantaggi di un’implementazione Cloud, le applicazioni (che implementano le piattaforme) devono essere progettate abbracciando i principi e le architetture Cloud Native Applications (CNA), come ad esempio packaging in container dei componenti (microservices) dell’applicazione, disaccoppiamento delle funzionalità di tali componenti, progettare le interconnessioni tramite le API per ridurre al minimo le dipendenze dalle tecnologie sottostanti, progettare per l’osservabilità, poiché le architetture altamente distribuite e scalabili richiedono un insieme complesso e completo di strumenti di osservazione. Everything as Code è il modello che caratterizzerà a tendere le Digital Platforms di TIM, dove ogni parte del sistema è gestita come codice. I vantaggi di tale pratica risiedono in un elevato livello di automazione, i l versioning dell’infrastruttura e della sua configurazione, un processo di implementazione ripetibile e, ultimo ma non meno importante, l’adozione di strumenti e processi di gestione del software per qualsiasi parte del sistema (Continuous Integration, Continuous Delivery and Continuous Deployment – CI/CD/CD).
Un percorso verso la Full Software Automation, inoltre, non può non prevedere anche una serie di strumenti e soluzioni per indirizzare aspetti di sicurezza a resilienza, in modalità security by design. Va da sé che un processo di trasformazione di tale portata stia comprendendo anche attività di semplificazione e razionalizzazione dei sistemi/piattaforme esistenti. Porsi come obiettivo una Network Platform che sia lean vuol dire minimizzare la complessità, spingere l’innovazione, rendere le risorse flessibili e adattabili alle esigenze del mercato attuali e future. Nel medio/lungo termine, l’efficienza diventerà l’obiettivo principale insieme alla crescita.
Infine, evidenziamo come il processo di Platformization della rete che TIM ha intrapreso non si limiti solo ad aspetti tecnologici, ma rappresenti una trasformazione di più ampio respiro, che comprende processi, organizzazione e scelte strategiche.
Ne è un esempio la spinta all’internalizzazione dello sviluppo del software, un percorso che TIM ha intrapreso da qualche anno, focalizzando le competenze in TIM, riducendo costi e CAPEX e allo stesso tempo riducendo significativamente il vendor lock-in. Attraverso questo percorso che sta portando verso il modello Telco as a Platform, TIM potrà svolgere un ruolo chiave in un più ampio ecosistema di offerta di servizi applicativi, un’opportunità per creare e fornire nuovi servizi business e ottenere nuove revenue, insieme ai partner.

 

                                                                                                                             Crescenzo Micheli
                                                                             
 Vice President Technology & Innovation, TIM