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La città del futuro, secondo i giovanissimi

Come l’hanno immaginata, i ragazzi, la smart city di domani? Innanzitutto, in grado di semplificare la vita quotidiana dei cittadini con una serie di servizi “intelligenti” ma anche attenta all’ambiente e ai grandi temi del sociale.

10/06/2019 - 09:33

Si è concluso Share the Code, il contest sul tema della “città intelligente” lanciato nell’ambito del progetto ScuolaDigitaleTIM, pensato per i ragazzi tra i 10 e i 14 anni di età, con l’obiettivo di avvicinarli al digitale e con l’auspicio di sensibilizzarli ad intraprendere indirizzi formativi futuri nell’ambito delle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

Come l’hanno immaginata, i ragazzi, la smart city di domani? Innanzitutto, in grado di semplificare la vita quotidiana dei cittadini con una serie di servizi “intelligenti” ma anche attenta all’ambiente e ai grandi temi del sociale.
Per farlo hanno realizzato dei video, prodotti con smartphone, tablet, fotocamera o videocamera e arricchiti da voce, disegni, testi in grafica o musica.
Tra i 12 finalisti, valutati dalla giuria sulla base di creativitàcorrettezza tecnicaaderenza al tema e capacità di storytelling, sono stati premiati questi progetti:

"Le auto nella città intelligente" realizzato da Leonardo, 10 anni (1 ° classificato)

Il progetto prevede la realizzazione di una centrale di controllo del traffico che migliori la gestione dei flussi di automobili in una città del futuro, controllando le stesse da remoto.

L'operatore della centrale di controllo è in grado di leggere i segnali di via e di stop trasmessi dalle micro:bit distribuite nella città e di inviare quindi il comando all'automobile.

La centrale di controllo è stata realizzata tramite una Makey Makey connessa ad un'automobile simulata da un piccolo rover. Invece, il modello di città è stato progettato con TinkerCad e stampato grazie ad una stampante 3D.

"Cassonetto intelligente" realizzato da Federico, 12 anni (2° classificato)

Il Cassonetto intelligente è un progetto che mira ad ottimizzare la raccolta differenziata e, di conseguenza, a migliorare l’ambiente. Il prototipo funzionante è stato realizzato grazie ad un microcontrollore e ad un sensore ad ultrasuoni.

Quando il sensore percepisce che il livello di spazzatura raggiunge un certo limite massimo, invia un segnale al centro di raccolta che, in questo modo, può effettuare i ritiri in maniera più efficiente ed efficace. Il mockup 3D del design del cassonetto è stato progettato attraverso la piattaforma di sviluppo grafico TinkerCad.

"CiecoBot - il robot che aiuta le persone ipovedenti” realizzato da Angelica, 14 anni (3° classificata)

In questo progetto il robot è programmato per fermarsi davanti ad un ostacolo e segnalarne la presenza tramite un segnale acustico, allertando così la persona ipovedente e mettendola al sicuro.

La presenza di un ostacolo è percepita dal robot grazie ad un sensore ad ultrasuoni che invia un segnale al microcontrollore quando la distanza tra il robot e l'ostacolo scende al di sotto di un certo limite prestabilito.

CiecoBot è un rover assistente che offre supporto alle persone ipovedenti. Il robot è realizzato con mBot, il rover educativo programmabile tramite mBlock, ovvero un linguaggio di programmazione visuale basato sulla piattaforma Arduino. 

L’iniziativa ScuolaDigitaleTIM per l’anno scolastico 2018/2019, partita a novembre 2018 e conclusa a maggio di quest’anno, ha toccato 15 province italiane, coinvolgendo oltre 120 classi per un totale di circa 3.000 ragazzi e ragazze.

Le lezioni, fruibili anche online tramite la piattaforma ScuolaDigitaleTIM e focalizzate su robotica, internet of things e making, sono state realizzate sulla base del modello didattico del creative learning.

Ottima anche la partecipazione online, se consideriamo che i 9 video tutorial hanno totalizzato circa 7.000 visualizzazioni e il sito del progetto, dove sono disponibili tutte le informazioni e i materiali didattici, è stato navigato da circa 43.000 visitatori.

Il 55.6% degli accessi al sito ScuolaDigitaleTIM è stato fatto dalle ragazze, percentuale di poco superiore a quella dei ragazzi (44.4%), a conferma del fatto che le ragazze possono davvero beneficiare di questo stimolo per scoprire delle aree interessanti di studio e di attività in ambito digitale.