Il Codice di Condotta Europeo per i Data Center (European Code of Conduct for Data Centres Rif. [1]) è stato concepito in seno alla Commissione Europea nel 2008, in pratica nello stesso periodo in cui The Green Grid Association (Rif. [2]) formulava il parametro PUE come indicatore di efficienza dei DC, in risposta al crescente incremento dei consumi energetici dei Data Center, che con il loro rapido sviluppo andavano via via conquistando l’attuale condizione di uno dei comparti industriali a più elevato consumo di energia. Fin dall’inizio, pertanto, l’European Code of Conduct for Data Centres (EU CoC) ha avuto lo scopo principale di individuare tutte le possibili soluzioni e best practices atte a migliorare l’efficienza energetica dei Data Center, per ridurre i consumi ed i conseguenti impatti ambientali ed economici e per la salvaguardia della disponibilità di energia per la comunità. Obiettivo del EU CoC è quindi informare ed indurre gli operatori del settore a ridurre il consumo energetico, in modo economicamente vantaggioso e senza ostacolare la funzione mission-critical dei data center, favorendo la comprensione degli utilizzi di energia all’interno delle diverse parti dell’infrastruttura, elevando così il grado di consapevolezza e l’orientamento verso le migliori pratiche raccomandate e gli obiettivi di efficienza energetica. Sviluppato e gestito dal Joint Research Centre (JRC), il servizio della Commissione per la scienza e la conoscenza, il Codice di Condotta stabilisce ambiziosi standard per le aziende disposte, in maniera volontaria, ad aderire e partecipare (Participants), concentrando l’attenzione su questioni chiave legate al consumo di risorse energetiche ed identificando soluzioni concordate e condivise.
Tali soluzioni sono individuate, definite e descritte nella linea guida “Best Practice Guidelines for the EU Code of Conduct on Data Centre Energy Efficiency” Rif.[3], che costituisce il documento di riferimento e di formazione del Codice di Condotta per gli operatori di data center interessati all’identificazione ed alla attuazione di misure per migliorare l’efficienza energetica dei loro impianti. La redazione e la revisione periodica di tale documento coinvolge un ampio gruppo di revisori esperti provenienti da operatori, fornitori, consulenti, accademici, organismi professionali e nazionali. Un sottoinsieme delle Best Practices è definito come set di minime pratiche attese (Expected Minimum Practices), quale livello minimo richiesto di attività di risparmio energetico che il richiedente si impegna ad adottare per ottenere l’adesione al codice di condotta in qualità di Partecipante (Participant). L’iscrizione consiste nell’invio al JRC della commissione europea di un form di adesione e di un report predisposto, nel quale fornire le informazioni generali relative al Data Center candidato, l’impegno ad adottare e lo stato di adozione delle best practices richieste e le misure mensili di energia elettrica assorbita dai sistemi IT e dall’intera infrastruttura di facility al servizio del Data Center. Per il mantenimento dell’iscrizione è richiesto che il report venga aggiornato ed inviato alla EU con cadenza annuale presentando degli indicatori di miglioramento anno dopo anno. Lo scopo è appunto quello di stimolare gli aderenti ad un continuo miglioramento del loro livello “Green” dei Data Center. L’adesione comporta la pubblicazione nell’elenco dei Participants sul sito predisposto del JRC della Commissione Europea Rif. [4]. Per garantire un certo livello di flessibilità agli aderenti, è anche riconosciuto che un certo numero di Best Practices tra quelle identificate come attese possono, alla data di adesione, risultare inadeguate o presentare un onere eccessivo se applicate ad un Data Center nello stato d’esercizio di quel momento. In tal caso, l’adesione prevede che queste pratiche si adottino nel caso di variazione del parco installato IT o in caso di adeguamenti/ampliamenti dell’infrastruttura. L’elenco delle Best Practices attese è suddiviso in sezioni sulla base dell’ambito tecnico procedurale alle quali esse si applicano:
- Data Center Utilization, Management and Planning
- Coinvolgimento organizzativo
- Politiche generali
- Livello di resilienza e provisioning
- IT Equipment and Services
- Selezione e Implementazione di nuovi apparati IT
- Distribuzione di nuovi servizi IT
- Gestione degli apparati e dei servizi IT già esistenti
- Data Management
- Cooling
- Gestione e progettazione dei flussi d’aria
- Gestione del raffreddamento, impostazioni di temperature e umidità
- Free Cooling/Economised Cooling, Impianti di raffreddamento ad alta efficienza
- Condizionatori d’aria/Ventilazione, Isola di contenimento
- Raffreddamento diretto a liquido, riutilizzo del calore di scarto dei DC
- Power Equipment
- Selezione e Implementazione di nuove apparecchiature elettriche, sistemi ad alta efficienza
- Gestione delle apparecchiature elettriche già esistenti
- Building
- Layout fisico dell’edificio, posizione geografica e fonti d’acqua
- Monitoring
- Misurazione del Consumo energetico ambientale
- Raccolta e registrazione del consumo energetico e ambientale
- Report sul consumo energetico e ambientale
Come si evince dalla lista il EU CoC implica interventi su tutti gli aspetti costruttivi e gestionali del DC. Questo è proprio il messaggio centrale che persegue il codice: chi aderisce si impegna a pensare green a 360 gradi. I Data Center del Gruppo TIM risultano iscritti al Codice di Condotta fin dal 2012 (Tab.1), quando venne richiesta l’adesione come Participant per il Data Center di Rozzano. Successivamente, sono stati iscritti i Data Center di Acilia, Cesano, Bologna e Padova, e più recentemente hanno ottenuto l’iscrizione i nuovissimi Data Center di Cebrosa, Moncalieri, Rivoli, Santo Stefano e Cassina de Pecchi, progettati e realizzati secondo criteri all’avanguardia dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche orientate all’efficienza energetica ed alla sostenibilità.